In tv il buonismo non fa audience. Maurizio Caverzan sul Giornale analizza l’esperimento “Così lontani così vicini”, condotto dalla strana coppia Albano Carrisi aka Al Bano e Cristina Parodi. La prima puntata ha fatto quasi il 16% di share e quattro milioni di spettatori, ma era in prima serata su Raiuno. Non un fallimento, ma neanche un successone. Piuttosto la conferma che la “tv filantropica” è un genere indigesto, soprattutto in tempi di crisi. “Negli ultimi tempi la Raiuno di Giancarlo Leone sta tentando di aprire – o riaprire – questo filone. Dopo le due serate dedicate a Mission, i vip a contatto con le situazioni dei campi profughi della Siria e del Mali, e Io esisto, il charity show di Telethon per raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie genetiche rare, l’altra sera abbiamo visto Così lontani così vicini, prima di quattro puntate adattate dal format olandese Find my family. A guidarci nelle storie di separazione familiare c’era la coppia formata da Al Bano Carrisi e Cristina Parodi. Inedita a tutti gli effetti: Al Bano – che pure è il testimonial del nuovo filone essendo stato protagonista anche di un lungo reportage di Mission – nel ruolo di conduttore-narratore, e Cristina Parodi, inviata alla ricerca del congiunto da trovare, al suo debutto su Raiuno in un programma curato da Magnolia, la società fondata, e da tempo lasciata, dal marito Giorgio Gori.