Albano e Romina Power, Ricchi e Poveri, Rita Pavone: siamo sicuri che si tratti di Sanremo 2020? VIDEO

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 30 Gennaio 2020 - 06:08 OLTRE 6 MESI FA
lorenzo briotti blitz quotidiano sanremo 2020

icchi e Poveri, Rita Pavone e Al Bano: siamo sicuri che si tratti di Sanremo 2020?

ROMA – Sanremo 2020. Mancano pochi giorni alla nuova edizione del Festival della canzone italiana. Quest’anno è la settantesima ed è molto attesa, anche per via del fatto che se ne sta parlando tanto, se non altro per la gaffe di Amadeus.

Quest’anno continueranno ad esserci gli artisti che piacciono tanto ai più giovani. Si tratta di nomi legati prevalentemente al mondo della musica trap e dei reality che, come le ultime edizioni di Sanremo, anche in questa edizione avranno molto spazio: Achille Lauro, il tanto discusso Junior Cally e Alberto Urso per citare alcuni nomi.

Amadeus e il suo entourage vogliono svecchiare il Festival? Sembrerebbe di sì a leggere questi nomi. Fa però sorridere il contrasto tra il “nuovo” (discutibile forse: la trap è dvvero adatta a Sanremo?) e il “vecchio”, quello che a Sanremo c’è sempre stato. Ora però sono passati davvero troppi anni dal “vecchio” che vedremo quest’anno. Che senso ha far cantare Rita Pavone tra i Big, ospitare Al Bano che insieme all’ex moglie Romina Power canterà un brano scritto da Malgioglio, vedere Johnny Dorelli mattatore nella serata di chiusura e i Ricchi e Poveri?

Già i Ricchi e Poveri. Per l’occasione il quartetto genovese si è riunito al completo. I giornali di gossip e non solo non parlano d’altro, come se ci trovassimo davanti alla reunion di qualche mostro sacro della musica (non si offendano Angelo Sotgiu, Angela Brambati e Franco Gatti…).

Ricchi e Poveri, Rita Pavone, Al Bano o Johnny Dorelli. Sembra un Festival di Sanremo di tanto tempo fa. Dei perfetti settantenni-ottantenni che, bontà loro, calcano ancora i palchi. Possibile però che il pop italiano non riesca ad offrire qualche nome un po’ più fresco tra i Big in gara e soprattutto tra gli ospiti, magari un po’ meno famoso?  Il pubblico apprezzerebbe comunque. E l’Italia, per una volta, sembrerebbe meno ancorata al suo passato, al glorioso boom economico di cinquanta anni fa e ai suoi miti che ancora oggi vengono idolatrati. 

 

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