Katharina Miroslawa, la mantide della Giudecca in carcere per l’omicidio di Carlo Mazza (come mandante)

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 11 Novembre 2021 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA
Katharina Miroslawa, la mantide della Giudecca in carcere per l'omicidio di Carlo Mazza (come mandante)

Katharina Miroslawa, la mantide della Giudecca in carcere per l’omicidio di Carlo Mazza (come mandante) (Foto d’archivio Ansa)

Katharina Miroslawa è la ex ballerina polacca che per tutti diventò la mantide della Giudecca. Era finita in carcere per l’omicidio dell’imprenditore Carlo Mazza a Parma. Era accusata di essere la mandante dell’omicidio del suo amante. Per questo era soprannominata la mantide, perché accusata di aver “fagocitato” il maschio.

L’omicidio di Carlo Mazza a Parma tra l’8 e il 9 febbraio 1986

L’industriale Carlo Mazza fu ucciso a Parma nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1986. Katharina Miroslawa, che faceva la ballerina nei night club, fu accusata dell’omicidio anche se per alcuni anni fu irreperibile.

Karharina Miroslawa, la condanna e la latitanza

Per quell’omicidio Katharina Miroslawa fu condannata condannata in via definitiva nel febbraio 1993 a 21 anni e sei mesi di reclusione. Era ritenuta mandante dell’omicidio dell’amante. Il movente: intascare e spartire il miliardo di lire dell’assicurazione che l’imprenditore aveva stipulato a suo beneficio.

Latitante per sette anni, fino all’arresto avvenuto a Vienna il 3 febbraio 2000, la donna ha trascorso dodici anni di carcere alla Giudecca di Venezia e uno in affidamento ai servizi sociali. Da 8 anni è tornata in libertà.

Katharina Miroslawa a Storie Maledette

Franca Leosini l’aveva già incontrata per Storie maledette nel gennaio 2001 a Venezia, nel carcere La Giudecca.”Katharina è diventata un po’ la leggenda di se stessa”, dice la Leosini. “Vedremo che donna è oggi, come convive con il suo passato. Il mio atteggiamento, doveroso, è sempre lo stesso: non essere mai partigiana, non accusare né assolvere, ma cercare di capire”. 

Peccato, il libro di Katharina Miroslawa e Rody Mirri su Carlo Mazza

Katharina ha anche scritto un libro, insieme a Rody Mirri. Il volume, intitolato Peccato, uscì nel 2013, poco dopo il suo ritorno in libertà. Argomento del libro, la storia di Carlo Mazza.

Ecco la descrizione che si legge sugli store online:

Questo è un giallo, un giallo vero. Prima ancora è una relazione clandestina, a cui si arriva con amore e tradimento, passione e vergogna. Prima di tutto è una storia vera, che parla di sangue versato e verità taciute. Carlo Mazza vive al di sopra delle sue possibilità: centinaia di carte da mille ogni sera spese nei night di mezza Italia.

Conosce anche Katharina in un night, a Modena: bella, troppo forse. Si vocifera nell’ambiente di un marito geloso Witold, che la segue sempre nelle esibizioni. Ma lei è la donna più ambita, Katharina, che danza vestita solo di gioielli fino a tarda notte. Sensuale ed ammaliante.

Carlo deve averla, ma il gioco della conquista si tramuta presto in un sentimento inaspettato: si innamora di lei e lei di lui. Le intesta due polizze assicurative, una da un miliardo, l’altra del valore di mezzo miliardo di lire. La mattina del 9 febbraio 1986, all’interno della sua Renault, viene trovato il cadavere di Carlo Mazza: due fori alla testa, di una pistola calibro 6,35.

Un omicidio: la storia assume i contorni fumosi di un giallo. E lei? Ha trascorso anni in carcere. Tornata in libertà a giugno di quest’anno, dopo otto anni di latitanza e dodici di detenzione, scontati al carcere della Giudecca di Venezia, ha scritto questo libro insieme al suo agente per raccontare la sua verità.

L’ex marito Witold Kielbasinski condannato con lei, la figlia Niki

Per il delitto fu condannato a 24 anni l’ex marito Witold Kielbasinski, considerato l’autore materiale dell’omicidio. Su di lui scaricò la colpa Katharina. Secondo i giudici, invece, i due agirono in combutta per intascare i soldi della polizza.

Katharina ha anche una figlia, Niki, che l’ha resa nonna. In passato, dopo aver studiato teologia in carcere, Katharina ha fatto la traduttrice per un’azienda informatica ma è stata anche agente di commercio nel settore vinicolo.