Calcio nel buferone. Volano gli stracci. Tensione alle stelle. Federazione e Lega sono ai ferri corti. Di qua la FIGC del presidente Gabriele Gravina, di là i club di serie A.
Pomo della discordia i cosiddetti “Principi informatori” (norme Coni) che il Consiglio della Federcalcio ha deciso di inserire nel proprio statuto. Inserimento immediato, in vigore dalla mezzanotte del 31 gennaio.
Calma. L’Assemblea delle società (si è svolta giovedi 27 gennaio) ha stoppato l’inserimento ed ha chiesto il differimento dei termini. Di più: ha scritto una lettera in proposito (probabilmente suggerita da Claudio Lotito) e l’ha spedita a Malagò e alla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, scavalcando la FIGC.
Fatto che Gravina, sconcertato (parole sue) ha ritenuto “una lacerazione del nostro sistema”. Oltreché una pacchiana scorettezza. Apriti cielo!
TIRATO IL SASSO LE 20 SOCIETÀ ORA VACILLANO
Sono cominciate le fibrillazioni, le 20 società in elenco hanno iniziato ad ondeggiare, qualcuna si sarebbe già tirata indietro. Ad esempio Torino e Bologna hanno chiesto spiegazioni alla Lega scoprendo che la medesima difende la “propria neutralità “- come scrive l’esperto Valerio Piccioni – e non si impiccia.
Milan e Roma temporeggiano, il Venezia è indeciso. Gravina, per carità, ha concesso ai club il differimento di 15 giorni, come richiesto. Epperò non ha nascosto il proprio, autentico “imbarazzo“ (sempre parole sue). Anche perché queste baruffe avvelenano il clima in cui si intravvede la riapertura di un nuovo dialogo con il premier Draghi e il ministro della Economia Daniele Franco. Tema: i ristori.
LE NORME DEFINITE DAL CONI
I principi informatori sono le norme definite dal CONI che devono essere recepite da Federazione e Lega. E la discordia è rappresentata dalla possibilità di prendere decisioni su alcuni argomenti a maggioranza semplice senza l’obbligo di arrivare ad una maggioranza qualificata (cioè i 2/3 della Assemblea).
Il 25 novembre il Consiglio FIGC ha stabilito che il quorum deliberativo delle Assemblee delle Leghe deve adattarsi per alcuni temi a maggioranza semplice (la metà più uno).
IL CALCIO BATTE CASSA
Le società sono in rosso. I vecchi ricavi non ci sono più. Colpa di tanti fattori: perdite di incassi (302 milioni), fuga degli sponsor (persi 228 milioni), plusvalenze da cessioni (- 334 milioni), svalutazione dei giocatori (- 200 milioni), eccetera, Totale del buco: 1,037 miliardi. Perdite gravissime. Di qui l’appello al Governo. Campa cavallo.