Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi rischia di infiammare nella lontana e fredda Finlandia una campagna elettorale per le elezioni europee che finora si era svolta, come di consueto nel Paese nordico, quasi in sordina e in modo civilissimo. Insomma, ben diversa dai modi italiani.
A surriscaldare la temperatura elettorale è stato un manifesto del Keskusta (Partito di centro), partito del Premier Matti Vanhanen. Il titolo non poteva essere più esplicito: «Berlusconi è contro la Finlandia».
Il testo fa riferimento alla fantomatica chiesetta in legno del ‘700 ed alla altrettanto fantomatica visita ufficiale del presidente del consiglio italiano durante la quale andò ad ammirarla dopo tre ore di viaggio.
La vicenda della chiesetta suscitò indignazione sui più importanti media finlandesi dopo che Berlusconi, con una delle sue solite battute estemporanee, disse che una chiesetta come quella in Italia verrebbe “cancellata“. Poi rincarò la dose affermando che i finlandesi ”mangiano solo renna bollita”. E non potevano mancare le donne: amo le finlandesi, pare abbia detto Berlusconi, con una certa lungimiranza viste le accuise recenti della moglie Miriam – Veronica, ”purchè siano maggiorenni”.
Ci fu poi l’episodio del prosciutto: ”I finlandesi ‘non sanno neanche cos’è il prosciutto”’, disse Berlusconi nel 2001 quando si era opposto all’assegnazione alla Finlandia della sede dell’Authority alimentare europea, poi insediata a Parma. Su questo, come italiani, abbiamo poco da obiettare, visto che comunque Berlusconi il risultatoi a Parma lo ha portato.
A far traboccare il vaso dell’irritazione dei finlandesi c’è stata però la dichiarazione del premier secondo cui era riuscito a convincere la presidentessa finlandese, Tarja Halonen, a cedere la sede dell’Authority a Parma ”usando le sue arti di playboy”.
Tornando alla chiesetta, come dichiarato dal portavoce del ministro degli Esteri finlandese, Alexander Stubb, Berlusconi non è mai stato in visita ufficiale nel Paese nordico. Nel 1999 fu in Finlandia in visita privata, per partecipare ad una riunione del Partito Popolare Europeo al quale Forza Italia aveva aderito l’anno prima.
In quella occasione, dice sempre il ministero degli esteri finlandese, Berlusconi non fu accompagnato dai dirigenti del Kansallinen Kokoomus (Alleanza nazionale, in italiano), rivale del Keskusta che fa parte del PPE, in nessuna chiesetta di legno.
Il testo del manifesto del Keskusta (fino al 1988 si chiamava ‘Partito agrario’ ed il suo leader era Urho Kekkonen, presidente della Finlandia dal 1956 al 1982) dice che bisogna impedire l’arrivo al Parlamento europeo di tipi usi a parlare a ruota libera, a dire sciocchezze e a raccontare frottole.
Il Parlamento, invece, è un luogo in cui si prendono importanti decisioni che incidono sulla vita dei cittadini europei, sia quelli che vivono in villaggi con chiese di legno sia quelli della città dove c’è il Colosseo.
Il Keskusta, insomma, accusa in modo indiretto il partito del Kokoomus di fare comunella, in Europa, con tipi come Silvio Berlusconi, il quale ha un indice di gradimento -in Scandinavia- non certo del 75% come in Italia. Anzi.
I tre partiti maggiori, Keskusta, Kokoomus, Partito socialdemocratico, hanno circa il 25% dei voti a testa. Ogni variazione anche minima può essere decisiva per essere il partito più votato e, dunque, quello incaricato di formare, quando verrà il momento, la coalizione governativa.
É sotto questa luce che la lotta per le elezioni europee oltre ai temi classici (crisi economica, ambiente, normative comunitarie) adesso ha un nuovo e strano – almeno per i finlandesi – protagonista: Silvio Berlusconi e le sue battute.
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