Quando nacque Gesù? 25 dicembre è il solstizio: tesi di Odifreddi su Repubblica

Pubblicato il 25 Dicembre 2010 - 00:02| Aggiornato il 25 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

Nel suo blog su Repubblica ha intitolato “Il non senso della vita”, Piergiorgio Odifreddi ha postato, venerdì, 24 dicembre 2010, una versione laica e storica, razionale e non pagana, del Natale.

Odifreddi dubita che la festa del Natale commemori davvero la nascita di Gesù: “la scelta del 25 dicembre come giorno del Natale cristiano è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal), che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria” (oggi, dove una volta sorgeva il tempio del Dio Sole e dove l’imperatore indulgeva nei suoi riti sodomitici c’è un distributore di benzina) e che l’imperatore Aureliano ufficializzò come culto nel 270. Il tempio fu consacrato il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole: “il giorno, cioè, del solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso”. Nel rito del sole entrò anche l’imperatore Costantino, tollerante verso i cristiani ma cristiano, se davvero lo diventò, solo in punto di morte, che il 7 marzo 321  dedicò il giorno del riposo, il settimo giorno, al Dio Sole, e quella che noi chiamiamo domenica diventò il Dies Solis. Ancor oggi, nota Odifreddi, in inglese si dice Sunday. il giorno del sole, appunto.

Scrive Odifreddi: “Il collegamento fra Cristo e il Sole venne ufficializzato nel 350 da papa Giulio I”, e il 25 dicembre fu scelto come il giorno del Natale di Gesù. “Il culto di Cristo non riuscì però a rimuovere quello del Sole, come dimostra il Sermone di Natale del 460 di papa Leone Magno: “E’ così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro Apostolo, dedicata all’unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all’atrio superiore, si volgono al Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente”.

Odifreddi fa notare anche come “il simbolismo solare permanga ancor oggi nei rituali della Chiesa: principalmente nell’uso dell’ostensorio, in cui l’ostia consacrata viene esibita come un Sole irradiante raggi dorati. Esso fu introdotto nella liturgia cristiana da Bernardino da Siena nel secolo XV, ma era di uso comune già nella liturgia egizia per il culto di Aton, il dio unico di Akhenaton rappresentato dal disco solare. Lo stesso dio, cioè, che potrebbe aver ispirato Jahvè a Mosè”.