Piccola nemesi su Il Giornale: collaboratore accusato di violenza sessuale

Pubblicato il 4 Settembre 2009 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

Non c’entra nulla e il collegamento è maligno, però quasi obbligato: su Il Giornale si è abbattuta una piccola nemesi. Dicesi nemesi una vendetta del fato, della sorte. E così il quotidiano che ha condotto una campagna contro le “molestie telefoniche” si vede arrivare il giorno dopo in redazione  la brutta storia di un collaboratore accusato di violenza sessuale.

La redazione di Genova de ”Il Giornale” e l’abitazione di un suo collaboratore esterno sono state perquisite da militari della Guardia di Finanza in relazione ad un’inchiesta che vede lo stesso giornalista indagato a piede libero dalla Procura della Repubblica per violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. La Direzione del Giornale ha annunciato di aver sospeso, in via cautelativa, il collaboratore e di attendere ”fiduciosa che il collega, professatosi innocente davanti ai fatti contestati che riguardano la sua sfera privata e non professionale, possa chiarire la sua posizione in tempi rapidi. Il tutto tenendo fede ai principi garantisti che hanno sempre contraddistinto il Giornale a al dovere di trasparenza che ispira il nostro lavoro”. La perquisizione nella postazione di lavoro (Pc e scrivania) in uso al giornalista nella redazione non avrebbe – a quanto si e’ appreso – dato esito positivo, mentre alcuni oggetti sarebbero stati sequestrati nell’abitazione dell’uomo. L’inchiesta sarebbe nata da una denuncia sporta da un’amica del giornalista professionista, del quale non e’ stato reso noto il nome.

La direzione del “Giornale” ha annunciato di aver “sospeso dal servizio, in via cautelativa, un collaboratore della redazione di Genova. Il collega – informa il quotidiano diretto da Vittorio Feltri – era stato oggetto, nella serata di ieri, di una perquisizione a seguito di una denuncia relativa agli articoli 609 bis (violenza sessuale) e 605 (sequestro di persona) del Codice Penale 582, 61 numero 2”. Prosegue il comunicato: “La direzione attende fiduciosa che il collega, professatosi innocente davanti ai fatti contestati che riguardano la sua sfera privata e non professionale, possa chiarire la sua posizione in tempi rapidi. Il tutto tenendo fede ai principi garantisti che hanno sempre contraddistinto il “Giornale” a al dovere di trasparenza che ispira il nostro lavoro”.