Storia di amore e guerriglia: Monika Ertl, che vendicò il Che e fu uccisa da Klaus Barbie

Pubblicato il 21 Aprile 2009 - 16:08| Aggiornato il 18 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

Che storia: Monika Ertl, figlia di un tedesco compromesso col nazismo, vendicò Che Guevara sparando  e uccidendo l”ufficiale dei servizi segreti boliviani Quintanilla Pereira. L’uomo che aveva ucciso il Che e poi era stato messo al sicuro nell’ambasciata boliviana in Germania. Lì lo trovò la Ertl e gli stampò una V in petto con tre colpi di pistola. Ma la donna, in una inarrestabile nemesi, cadrà poi a sua volta vittima di un nazista: un’imboscata organizzata dall’ex boia di Lione, il criminale nazista Klaus Altmann Barbie.

All’incredibile altalena di assassinii e vendette non manca un’appendice italiana, visto che la pistola che uccise il giustiziere del Che fu fornita alla Ertl da Giangiacomo Feltrinelli, attraverso una rete internazionale della sinistra guerrigliera.

La vicenda è raccontata dal giornalista Juergen Schreiber nel libro “Sie Starb wie Che Guevara – die Geschichte der Monika Ertl” (Morì come Che Guevara – Storia di Monika Ertl).

Nel 1971 Monika,  allora trentaquattrenne, si presentò al consolato boliviano di Amburgo per chiedere un visto e per parlare col console. Invece gli sparò tre volte lasciando tre fori nel suo petto a forma di “V” e un biglietto sulla scrivania con su scritto “victoria o muerte”, simbolo dell’Esercito di Liberazione boliviano.

Figlia di un collaboratore di Leni Riefenstahl riparato dopo la guerra in Bolivia, la Ertl aveva sposato un ricco boliviano-tedesco. Nel ’69 abbandonò il marito per unirsi ai guerriglieri boliviani, diventando  l’amante del loro capo, Inti Peredo, il successore del Che.

Quando anche Inti venne ucciso dal torturatore Quintanilla, Monika giurò vendetta.

Tornò in Bolivia al fianco di Regis Debray per organizzare la cattura di Klaus Altmann Barbie, l’ex capo della Gestapo di Lione. L’ex amico non si fece mai prendere, ma con l’aiuto della polizia boliviana uccise la Ertl.