Kyoto 2/ Nuova proposta Usa: i Paesi in via di sviluppo “devono mettere in campo azioni contro il riscaldamento globale, ma non sono vincolanti i risultati”

Pubblicato il 12 Giugno 2009 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA

L’America di Obama presenta la sua proposta per sbloccare la situazione di stallo che si è creata al summit di Bonn in cui sono in corso i lavori preparatori in vista della Conferenza Onu sul clima in programma per il prossimo dicembre a Copenaghen. Obama è deciso a rimescolare le carte per portare a casa dei risultati importanti sulla lotta all’inquinamento.

Jonathan Pershing, il negoziatore capo statunitense al summit di Bonn, ha dichiarato: «Nella nostra proposta di accordo prevediamo che i paesi emergenti mettano in atto azioni vincolanti nella lotta ai cambiamenti climatici, ma non pretendiamo che siano vincolanti anche i risultati».

Questa posizione, favorirebbe secondo lo staff di Obama il raggiungimento di un accordo anche con quei Paesi in via di sviluppo (Cina, India, Brasile) che non vogliono firmare accordi perché si vedrebbero limitare i propri campi di azione economici.

Con il nuovo accordo, ha ricordato il negoziatore, «il risultato non è vincolante, l’azione lo è: speriamo così di soddisfare il Congresso». Il rischio è però che si otterrà secondo molti un trattato debole per tutti; il timore dell’uomo di Obama è giustificato dal fatto che negli Stati Uniti le idee del presidente in tema ambientale non hanno ancora conquistato enormi consensi che lo mettano al riparo dalle ” imboscate” dei repubblicani; quest’ultimi in Usa, non vogliono che gli Stati uniti firmino accordi di questo tipo. Tuttavia, anche gli europei temono che un accordo sul clima possa favorire solo la Cina.

La proposta Usa prevede che gli obiettivi vincolanti vengano fissati solo per i paesi industrializzati, principali responsabili delle emissioni di gas serra che stanno causando il riscaldamento globale, arrivando fino ad un taglio dell’80% entro il 2050. Vedremo nelle prossime settimane se la nuova proposta americana verrà accettata sia dai politici americani che da quelli europei.