Seveso, la “fabbrica dei profumi” e la Pedemontana

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 27 Agosto 2015 - 17:30 OLTRE 6 MESI FA
Seveso, la "fabbrica dei profumi" e la Pedemontana

(Foto Lapresse)

SEVESO – “La fabbrica dei profumi ha sparso nell’aria veleno”. Era il 10 luglio del 1976 quando si sentì pronunciare questa frase. La fabbrica dei profumi, o meglio, di prodotti per cosmetici, era l’Icmesa di Seveso. Un’azienda chimica del gruppo svizzero Hoffmann La Roche. Da cui quel giorno d’estate, alle 12:40, fuoriuscì il veleno. Un veleno silenzioso ma pungente, in grado di segnare per sempre la vita di centinaia di persone, portando un male fisico e spesso anche psichico. E che oggi l’autostrada Pedemontana, con il suo nuovo tratto dove fu sepolta la terra inquinata, vuole rinnovare.

Da quel 10 luglio di 39 anni fa sono moltissimi gli abitanti di Seveso che portano i segni della diossina: problemi alla pelle, perdita di capelli, insonnia, aborti spontanei, difficoltà a concepire. Ad essere più colpiti sono i bambini di allora. Bambini che videro il proprio volto distrutto, divorato da quel nemico insidioso. Alcuni dovettero ricorrere alla chirurgia plastica. Con il tempo, ricevettero dei risarcimenti. E per questo motivo hanno finito persino per essere invidiati e accusati di aver ingiustamente intascato i soldi.

All’inizio nessuno aveva immaginato i danni che avrebbe provocato la “fabbrica dei profumi”. Ma come in tutti i peggiori disastri umani, da Bhopal a Chernobyl, fino a Fukushima, gli effetti di quel veleno si sono sentiti per anni, decenni. E ancora oggi.

Allora il terreno della zona più inquinata venne depositata in vasche nel terreno a cui fu aggiunta altra terra non inquinata. Nacque così il Parco Naturale delle Querce. Un parco bellissimo, in cui si voleva insegnare il rispetto per quella natura violata dagli abusi ambientali come quello dell’Icmesa. Un parco che ora dovrebbe essere attraversato dal nuovo tratto della Pedemontana. Andando a rinnovare le ferite di chi, sotto quel bosco, sperava di aver sepolto anche qualche ferita.