Come rifiutare “una richiesta d’amicizia” su Facebook, senza essere scortese

Pubblicato il 23 Febbraio 2010 - 20:33 OLTRE 6 MESI FA

«Posso diventare tuo amico?». Una richiesta d’amicizia, se posta poi come rompighiaccio tra bambini, non si rifiuta mai, almeno secondo le regole del bon ton. Ma su facebook spesso è necessario. Per questo Reuters con l’aiuto di due specialisti di galateo dei social network propone un manuale di etichetta, pensando a tutti coloro che si sono visti rivolgere un invito di amicizia su Facebook e non hanno osato rifiutarlo per paura di essere sgarbati, o a coloro che lo hanno declinato ma con grande imbarazzo o ancora a coloro che hanno accettato quasi costretti e se ne sono amaramente pentiti.

Qual è il modo migliore per gestire le proprie amicizie online con educazione ma al contempo con libertà? Joan Morris DiMicco, un ricercatore di Ibm specializzato nello studio di software sociali negli ambienti di lavoro, e Barbara Pachter, esperta di etichetta nel lavoro e autrice di New Rules @work, offrono i loro consigli e le loro dritte partendo da alcune semplici considerazioni di base.

Prima tra tutte è che Facebook permette un ritorno alla semplicità delle relazioni. Che cos’è in fin dei conti l’amicizia se non la condivisione di interessi, esperienze e amicizie? Il problema nasce quando si bruciano le tappe e si chiede l’amicizia prima che nasca questo desiderio di condivisione. A questo punto comunque se la richiesta d’amicizia avviene prima che ci sia un’affinità e una conoscenza consolidata si può tranquillamente ignorare l’invito o lasciarlo in sospeso. Il galateo lo consente e il rifiutato potrà sempre pensare che la propria proposta sia sfuggita all’interessato (per chi vuole raccontarsela).

I problemi nascono nell’ambiente lavorativo, dove volenti o nolenti ci si vede tutti i giorni. Su questo terreno bisogna muoversi con maggior delicatezza. Può accadere infatti che qualche collega ci offra amicizia senza ben conoscere tutte le possibili ramificazioni della condivisione di vita su Fb. In questi casi conviene accettare e stare ben attenti a non escludere altri colleghi e a non fare figli e figliastri, anche perché chiunque lavori con te un giorno potrebbe diventare il tuo capo.

Detto questo però potrebbe essere imbarazzante, se non addirittura spiacevole, questo miscuglio di vita privata e lavorativa e proprio per questo esistono le impostazioni sulla privacy, che consentono di creare più circuiti separati e rendere visibili alcuni contenuti solo ad alcuni gruppi. In generale però, di fronte a un’amicizia offerta su Facebook da parte di un collega (simpatico, antipatico, indifferente che sia) l’atteggiamento ideale è spostare l’attenzione su Linkedin o su un altro social network professionale, controbattendo alla proposta con un ulteriore invito altrove. Sperando che a quel punto, distratto da Linkedin, si scordi dell’invito ignorato su Facebook.