Crisanti trascina il Pd in una insulsa polemica: Salvini voleva aprire, Messia Draghi lo ha fatto

Crisanti trascina il Pd in una insulsa polemica: Salvini voleva aprire, Messia Draghi lo ha fatto e l'economia è ripartita

da Cronaca Oggi
Pubblicato il 21 Agosto 2022 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA
Crisanti trascina il Pd in una insulsa polemica: Salvini voleva aprire, Messia Draghi lo ha fatto

Crisanti trascina il Pd in una insulsa polemica: Salvini voleva aprire, Messia Draghi lo ha fatto

Crisanti, come molte delle persone molto intelligenti, ha il difetto di pensare che gli altri siano scemi e non abbiano memoria.

Designato candidato per il Pd da un Enrico Letta che certo furbo non è ma tanto perbene, Andrea Crisanti  ha voluto sperimentare in campagna elettorale l’efficacia delle tecniche di comunicazione che lo portarono alla notorietà nei primi tempi della pandemia.

L’ha buttata lì. Se a comandare durante la fase acuta del covid fosse stato Salvini, ha detto Crisanti,  “ora ci sarebbero 300mila vittime di Covid al posto di 140mila”. 

Quando Conte e Crisanti andavano in tv

Infatti a comandare non era il Pd, ma l’ineffabile Conte col suo Movimento 5 stelle.

Se ricordate fu un periodo un po’ fuori dal mondo. Tutto chiuso, tutti in casa, se uscivi, peggio senza maschera, rischiavi la multa, l’arresto, la fucilazione. Alle otto della sera, dalle tv a reti unificate parlava il primo ministro Giuseppe Conte, novello Churchill sub specie Garcia Lorca.

L’Italia era paralizzata dalle scelte del Governo, l’economia a pezzi, un assaggio di quella decrescita felice tanto cara a Beppe Grillo. Probabilmente non c’era altro da fare, visto che i primi tragici errori di imbottire le residenze per anziani di malati di covid avevano creato una emergenza nel sistema sanitario nazionale. Così hanno fatto Paesi considerati migliori del nostro come capacità organizzativa, tipo Usa e UK. Ma la Svezia, che ha rifiutato ogni idea di lockdown, se la è cavata meglio di noi.

Conte come Churchill

Per condire il messaggio del premier, un certo numero di esperti, infettivologhi, epidemiologhi, scienziati ministeriali e ex cathedra, a titoli vari e in ordine sparso ne sparavano una dopo l’altra. Dagli schermi tv cui faceva da rimbalzo come un gigantesco flipper, la miriade dei siti web.

Fu così molti di noi scoprirono Crisanti. Per questa sua notorietà probabilmente Letta lo ha chiamato.  Solo che la sparata contro Salvini si è rivelata un autogol. Subito da destra hanno rievocato quel che Crisanti diceva solo due anni fa. Fra le tante polemiche, due titoli di Blitz.

Sileri boccia i timori di Crisanti sul vaccino: “Sbaglia, sarà sicuro”. Locatelli: “Parole sconcertanti”. La replica: “Non sono un No Vax”

Andrea Crisanti: “Il vaccino? Senza dati non me lo faccio”.L’ex direttore dell’Ema Rasi: “Esterrefatto. Parole irresponsabili”

Da destra gli hanno rinfacciato anche la assoluzione post candidatura del ministro della Salute Speranza, riesumando le passate critiche.

Chi ha l’abitudine di riflettere da tempo ha constatato che alla base dei buoni risultati del Governo Draghi c’è il fatto che Draghi ha seguito la ricetta di Salvini nella gestione del covid. Ha di fatto decretato un liberi tutti che, scaricando su ciascuno di noi la responsabilità della propria salute, ha rimesso in moto la vita del Paese e della sua economia. A suo vantaggio Draghi ha avuto tre dosi di vaccini e un calo di perniciosità del virus, c’è anche chi dice che è stato meglio avere Figliuolo al posto di Arcuri come factotum della guerra anti coronavirus.

Serviva davvero uno zar anti covid?

Ma il fatto che, misteriosamente uscito di scena il general Figliuolo, il decorso della pandemia abbia assunto aspetti meno feroci e la gente si sia anche troppo tranquillizzata, fa dubitare della necessità di uno zar della salute in alternativa o sovrapposizione alle competenze dell’apposito Ministero.

Matteo Salvini, sempre più bravo nel virtuale della polemica che nel concreto della buona gestione ha replicato citando il virologo Giorgio Palù che definì Crisanti “un esperto di zanzare”,.

 

Enrico Letta c’è caduto con ambo i piedi e si è schierato al fianco di Crisanti, scordando le posizioni rievocate sopra: “A destra prevale la cultura no vax. Ce li ricordiamo gli ‘aprire, aprire, aprire'”.

Forse avevano ragione loro, se Draghi è il Messia e ha fatto, forse solo per opportunismo, quello che dicevano, e ha aperto.

da Cronaca Oggi