Orlandi e la tomba di De Pedis. Veltroni si lancia in iperboliche affermazioni

Pubblicato il 14 Maggio 2012 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA

La tomba di De Pedis (foto Blitz quotidiano)

ROMA – Che l’Italia virtuale sia fondata sulle dichiarazioni a raffica alle agenzie di stampa lo dimostra questa volta la fretta di Walter Veltroni. L’ex sindaco di Roma, infatti, si è lanciato come un flipper in iperboliche affermazioni sulla tomba di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, considerato boss della Magliana ma mai condannato in tribunale, e il ritrovamento di altre ossa all’interno della cripta a Sant’Apollinare a Roma.

Riferendosi alle prime notizie, smentite pochi minuti dopo, che parlavano di “una cassetta con delle ossa nella bara di De Pedis” (e non nei loculi vicini), Veltroni ha dichiarato:

“La scoperta di una cassetta contenente delle ossa nella bara di De Pedis conferma la stranezza di una simile sepoltura e apre interrogativi a cui la magistratura darà risposte”.

Ignorando gli sviluppi a tambur battente sull’apertura della tomba di “Renatino”, Veltroni ha detto ancora: “Qualche settimana fa con una interrogazione parlamentare sono tornato a porre la questione e le mille domande ancora aperte il mio intento era proprio questo. Ora l’ispezione della tomba di De Pedis nella Basilica di Sant’Apollinare è il segnale di grande sensibilità e attenzione da parte della Procura alla ricerca della verità giudiziaria per il rapimento di Emanuela Orlandi. Ora è necessario andare avanti per eliminare l’anomalia della sepoltura del boss della banda della Magliana in un luogo sacro, anomalia che offende i cattolici e tutti i cittadini onesti. E andare avanti per cancellare i dubbi e il buio che sinora ha circondato il rapimento e la sorte della giovanissima Emanuela: lo dobbiamo a lei, alla sua famiglia, al nostro Paese. Per questo l’impegno della Procura e degli inquirenti è un buon segno”. Veltroniano puro.

Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano, sparì all’età di 15 anni il 22 giugno 1983 e Sabrina Minardi, asserita amante di De Pedis, dichiarò che a sequestrarla sarebbe stato proprio De Pedis, ucciso in un agguato vicino Campo de’ Fiori, a Roma, nel 1990, cioè sette anni dopo la scomparsa di Emanuela.

Vale la pena di notare che le parole di Veltroni sono inaccettabili da uno di sinistra, che dovrebbe avere rispetto verso tutti, inclusi i criminali e che sono inaccettabili dai cristiani da parte di un ex comunista e che comunque sono in rotta di collisione con la carità cristiana.

Veltroni ha parlato di “andare avanti per eliminare l’anomalia della sepoltura del boss della banda della Magliana in un luogo sacro, anomalia che offende i cattolici e tutti i cittadini onesti”.

Ma questo è classismo puro, razzismo da law and order. Con la logica di Veltroni hanno popolato l’Australia, deportandoci povera gente condannata a morte perché aveva rubato.

C’è anche una mancanza di rispetto tutta berlusconiana verso la magistratura, che De Pedis lo ha assolto da tutte le accuse di essere boss, quella stessa magistratura che Veltroni finge di omaggiare quando loda “l’impegno della Procura e degli inquirenti”.

Cosa non si fa per un titolo sui giornali. Le idee ormai contano assai poco.