“Hobbit” e sindacalisti in Nuova Zelanda: il premier fa da mediatore nella disputa tra gli attori per il film di Jackson

Pubblicato il 5 Ottobre 2010 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA

Dopo il successo del “Signore degli Anelli” (17 Oscar, oltre 2,1 miliardi di euro di incassi e una straordinaria promozione delle bellezze naturali della Nuova Zelanda) una disputa sindacale sempre più accesa minaccia l’inizio delle riprese dell’attesissima prequel in due parti tratta dall’altro romanzo di RRR Tolkien, “Lo Hobbit”. La produzione dovrebbe iniziare in gennaio, per distribuire il primo film nel 2012 e il secondo nel 2013. Di fronte al rischio che la disputa induca la Warner Bros a girare in altre location, si è fatto avanti lo stesso ministro neozelandese John Key, offrendosi di mediare nella disputa fra gli attori e i produttori.

”Rimarrei davvero deluso se i film dello Hobbit non venissero realizzati in Nuova Zelanda: è qualcosa di grosso per noi e soprattutto fa molta pubblicità turistica al Paese…Il governo è pronto ad aiutare a trovare un compromesso fra le due parti”, ha dichiarato.

Frustrato da quello che chiama ”un boicottaggio mondiale degli attori”, il regista-produttore Peter Jackson ha attaccato i sindacati internazionali degli attori, in prima linea quello australiano, accusandoli di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro in Nuova Zelanda e centinaia di milioni di dollari di entrate dall’estero.

La Warner Bros sta già investigando sei location alternative per le riprese, fra cui Paesi dell’Europa orientale. I sindacati internazionali sostengono che gli attori neozelandesi non hanno beneficiato del successo finanziario della trilogia, e vogliono un contratto collettivo, con salari minimi equivalenti a quelli australiani, oltre ad una partecipazione nelle vendite a Tv e di Dvd.