Brexit, per lavorare in Gran Bretagna ora serve uno stipendio annuo minimo di 38mila sterline

di redazione esteri
Pubblicato il 8 Aprile 2024 - 16:43
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Londra in una foto d’archivio Ansa

Andare a lavorare nel Regno Unito con lo scopo di imparare l’inglese. Per effetto della Brexit ora è molto più difficile ottenere un visto. Il Governo britannico guidato dal conservatore Rishi Sunak, dal 1 aprile ha deciso di introdurre una norma anti-immigrazione molto rigida. Per trasferirsi a lavorare Oltreanica con un visto di lavoro sponsorizzato, servirà uno stipendio annuo minimo di 38.700 sterline. Si tratta di una vera mazzata sia per chi è in Gran Bretagna ed ha il visto in scadenza, sia per chi aveva programmato la possibilità di andarci a vivere e lavorare. Ora le opportunità si sono drasticamente ristrette.  

La decisione è stata presa dopo i dati del 2022. In quell’anno, nonostante la Brexit, nel saldo tra entrate e uscite, nel Paese ci sono stati 745mila nuovi ingressi. La mossa è stata decisa per provare a ridurre il saldo portandolo a sole 300mila unità all’anno, favorendo allo stesso tempo l’ingresso solo di personale qualificato. Attualmente, più di 550mila italiani sono registrati all’Aire, il registro dei residenti stranieri nel Regno Unito. Si stima tuttavia che il numero reale superi le 700mila persone. Il 30% di loro sono fra l’altro giovani under 30.

E non è finita qui. Presto scatteranno nuove regole anche per gli studenti e per i lavoratori socio-sanitari o di bassa manodopera. C’è poi la questione legata ai visti che vengono rilasciati per raggiungere un familiare che già si trova nel Regno Unito. Anche qui sarà necessario un salario minimo più alto, rendendo di fatto più difficile il ricongiungimento familiare.