Charlie Hebdo editoriale: “Ci saranno ancora quelli del sì, ma…?”. Inno laico

Charlie Hebdo editoriale: "Ci saranno ancora quelli del sì, ma...?". Inno laico
Charlie Hebdo editoriale: “Ci saranno ancora quelli del sì, ma…?”. Inno laico

PARIGI – Nel primo numero dopo la strage, Charlie Hebdo, “journal irresponsable”, è un inno alla laicità, alla laicità senza se e senza ma. E si arrangino quelli che “sì, sono contro il terrorismo, ma. Sì, assassinare dei disegnatori non va bene, ma. Sì, incendiare una redazione è male, ma.”, scrive Gérard Biard, il direttore, nell’editoriale di oggi ( “Ci saranno ancora quelli del sì, ma…?”). Finirà il tempo, si chiede Biard, in cui non si userà più l’espressione “laicard integraliste” (diremmo in Italia, laicista in senso dispregiativo)?

In copertina c’è ancora Maometto, stavolta piangente, il suo creatore Luz non lo ha abbandonato: “E’ più bello anche se piange. Quando ho concluso e l’ho visto, ho pianto anche io”.

La penna resta intinta nel veleno salutare della satira, non fa sconti, le autorità religiose, anche quelle che hanno dichiarato urbi et orbi “Je suis Charlie”, si rassegnino. A cominciare da Papa Francesco, cui Biard dedica sarcasticamente la chiusura del suo editoriale: “Accettiamo che le campane di Notre-Dame rintocchino in nostro onore solo quando sono le Femen a suonarle”.

Accanto all’editoriale, una vignetta superstite, quella di Cabu, uno dei dodici assassinati, irriverentissima contro il Papa a proposito della comunione ai divorziati: davanti a una serie di bocche femminili spalancate in attesa dell’eucarestia, Francesco pensa afflitto, “mio Dio perdona queste mangiatrici di c…”.

(Foto Ansa)

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