Isis in Europa: 60 jihadisti addestrati e pagati 50mila euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2016 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Isis in Europa: 60 jihadisti addestrati e pagati 50mila euro

Isis in Europa: 60 jihadisti addestrati e pagati 50mila euro (foto Ansa)

ROMA – Non solo Abaaoud, Salah, i kamikaze di Parigi e quelli di Bruxelles. La rete di Isis in Europa è molto più capillare: esiste una organizzazione di terroristi, soprattutto sotto forma di “cellule dormienti”. Almeno 60 jihadisti addestrati dagli uomini del Califfato e pronti a colpire in Europa. Addestrati e pagati circa 50mila euro l’uno per seminare il terrore nel Vecchio Continente.

Francesco Semprini e Giordano Stabile su La Stampa ci spiegano come funziona:

Tutto è diretto dal Dipartimento di sicurezza esterno, Amn al-Kahrji, la più importante delle quattro branche della Sicurezza dell’Isis, nome in arabo Amniyarat. Le altre sono l’Amn al-Dakhili, la sicurezza interna, l’Amn al-Askari, i servizi militari, e l’Amn al-Dawla, l’Fbi dell’Isis ovvero la contro-intelligence.

L’Amn al-Kharji fino a novembre 2015 era guidato da Abu Rahman al-Tunisi, eliminato nel raid Usa nel dopo Parigi. Per il Pentagono era responsabile del coordinamento del «trasferimento di informazioni, persone, finanziamenti e armi», l’ufficiale esecutore degli attacchi in Occidente. A un livello intermedio, a preparare gli attacchi a Raqqa assieme ad Abaaoud e Salah Abdeslam (anche se il suo ruolo è ancora da approfondire), c’erano un altro tunisino, Charaffe al-Mouadan, e Abdul Qader Hakim, anche loro eliminati dai raid Usa. La gestione totalmente straniera dell’Amn al-Kharji è di Abu Khaled, un siriano di Aleppo che faceva l’addestratore nei campi dei foreign fighter e ha disertato nel 2015. «I combattenti regolari e gli “amniyin”, quelli dei servizi – ha rivelato al giornalista Micheal Weiss – non si amano. Quando li addestravo i miei amici militari mi dicevano: ti sei messo con i miscredenti».

I combattenti incaricati di colpire all’estero hanno campi speciali. L’addestramento è durissimo, «dalle 5 e 30 del mattino a sera». I kamikaze vengono separati dagli altri: Durante le lezioni religiose chiedono “chi vuole essere martire”. Quelli che alzano la mano vengono messi in un gruppo a parte». Il vero obiettivo è far cessare i raid aerei sul Califfato.

Un altro foreign fighter fermato in Francia, Nicolas Moreau, spiega: «Ogni combattente inviato in Europa riceve 50 mila euro». È lui, soprannominato il «Pentito» ad aver fatto per primo, la scorsa estate, il nome di battaglia di Abaaoud: Abu Omar. Gli investigatori hanno capito che era il capo della colonna che stava pianificando gli attacchi in Europa. A ottobre viene convocato un vertice d’urgenza dei Servizi europei su un rapporto da Raqqa che indicava come Abaaoud stesse organizzando l’arrivo di 60 foreign fighters. Il contingente jihadista arruolato segue la rotta balcanica coordinato da Abaaoud, l’unico a conoscere tutte le identità dei mujaheddin assoldati.

Il 13 novembre arrivano gli attentati di Parigi. La colonna non opera in blocco, ma in cellule. Ognuna ha un compito preciso, attacco, ripiegamento, copertura e staffetta.