Donald Trump, 11 aziende private di sicurezza per scortarlo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Settembre 2016 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump, 11 aziende private di sicurezza per scortarlo

Donald Trump, 11 aziende private di sicurezza per scortarlo (Foto Ansa)

NEW YORK – Nei 15 mesi successivi alla candidatura alla Casa Bianca, la campagna di Donald Trump ha speso in guardie del corpo e sicurezza almeno 432.000 dollari. Trump, dal 1970, è una figura pubblica e le precauzioni prese per la propria sicurezza forse non sono poi così sbagliate, senza contare che essere circondati da ex funzionari di polizia in stile macho man, aggiunge a Trump quel tocco da “duro”.

Ma la dimensione e la portata dell’operazione di sicurezza, viene fornita insieme a una serie di complicazioni e rischi. E non è chiaro se la campagna si stia attenendo alle leggi sulla finanza usando i propri fondi per pagare il personale che, prima della sua candidatura, era sul libro paga della Trump organization.

“E’ un fatto senza precedenti”, ha detto un agente che conosce i meccanismi dei Servizi Segreti. “L’apparato che circonda Trump è così esteso da sembrare inutile”, ha spiegato.
Tra i collaboratori non se ne vuole parlare e se si cerca di contattare i responsabili della campagna elettorale, scrive il Daily Beast, si viene dirottati ai Servizi Segreti, che rispondono con un “no comment”.

Trump ha ingaggiato 11 società di sicurezza, guardie del corpo e dozzine di individui pronti a difenderlo mentre gira per il paese, per la maggior parte, società gestite da ex ufficiali di alto rango in pensione. Bo Dietl, ex detective del dipartimento di New York e amico di Trump dal 1985, si occupa di controllare il livello di sicurezza di uno dei palazzi del candidato alle presidenziali. Nonostante abbia ammesso di essersi scontrato con Trump più volte, appoggia comunque la sua candidatura e lo rispetta:

“Sono conosciuto per essere abbastanza severo, ma lui sa che non posso stare dietro alle sue cavolate. Nel corso degli anni ci sono stati dei disaccordi, mi è capito di mandarlo a quel paese, ma sono stato anche al suo matrimonio e a quello del figlio”.

L’ex detective spiega che Trump, in quanto a sicurezza,

“è molto, molto pretenzioso. Vuole che tutto venga fatto come vuole lui, vuole il meglio. Quindi, lo stesso personale di sicurezza doveva indossare la divisa migliore, essere pulito, magnifico, bello e soprattutto rispettoso. Come ho detto, è molto esigente”.

Dopo l’assassinio di Robert Kennedy, nel 1968, i Servizi Segreti hanno cominciato a proteggere i candidati e i vice candidati alle presidenziali. Una volte che il candidato inoltra richiesta e gli viene garantito il servizio, l’agenzia dei Servizi Segreti garantisce la sicurezza al 100%, presenziando tutto il tempo e controllando ogni luogo che lui/lei visita, compresa la casa.

“La funzione dei Servizi Segreti è quella di avere come priorità la vita dei nostri protetti”, dice Jonathan Wackrow, un ex agente in pensione che ha seguito la candidatura di Obama. E spiega che gli stessi servizi si coordinano frequentemente con le guardie private del protetto, in quei luoghi che il candidato potrebbe visitare: stadi, eventi di beneficenza, meeting.

“Dubito fortemente che il personale di sicurezza privato sia armato, perché costituirebbe una grande minaccia. Normalmente, la procedura standard dei Servizi Segreti è quella di non avere mai una guardia personale armata intorno al protetto – spiega Wackrow -. Durante un’emergenza avere personale di sicurezza armato mischiato ai Servizi Segreti potrebbe risultare pericoloso. Quello che si cerca di evitare è una sparatoria dove ufficiali e agenti si sparano l’uno con l’altro”.