Carabineri maschi più alti delle donne? Per Tar non è discriminazione

Pubblicato il 30 Settembre 2009 - 23:16 OLTRE 6 MESI FA

Non è discriminatorio fissare un limite di altezza diverso tra gli uomini e le donne per potere accedere all’Arma dei carabinieri: lo afferma in una recente sentenza il Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso di un aspirante maresciallo che non è riuscito ad entrare nell’Arma essendo alto 163 centimetri e mezzo.

Meno di un metro e sessantacinque, che è il requisito minimo richiesto per gli uomini, ma più di un metro e sessantuno, l’altezza minima richiesta invece per le donne.

Il giovane aveva fatto ricorso al Tar chiedendo in particolare l’annullamento del bando di concorso proprio nella parte in cui prevede tra i requisiti per l’ammissione dei candidati di sesso maschile l’altezza minima di 165 centimetri e non quella di 161 richiesta per i candidati di sesso femminile.

Ad avviso dell’aspirante carabiniere escluso questa «disparità di trattamento tra i due sessi» sarebbe «ingiustificata ed irrazionale, in quanto i compiti di istituto dei marescialli sono gli stessi», e la legge che consente questa «discriminazione», la n. 874/86, sarebbe incostituzionale.

I giudici del Tar, però, la pensano diversamente. La diversificazione fra uomini e donne dei limiti minimi di altezza, infatti, «è la libera espressione di una scelta tecnico-discrezionale dell’Amministrazione della Difesa», la quale può anche prevedere «per particolari esigenze di servizio il possesso di determinate caratteristiche fisiche, quali ad esempio l’altezza».

Lo stesso giovane, in precedenza, aveva fatto analogo ricorso anche per la sua esclusione da un concorso per allievi marescialli dell’Aeronautica militare ed anche in questo caso il Tar del Lazio l’ha respinto con le stesse motivazioni.