Concordia, un ex comandante: “Saluto a terra tollerato se lontano”

Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

Costa Concordia (foto Lapresse)

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – La Costa Concordia ha quasi sfiorato la riva, è arrivata a 150 metri appena di distanza dall’Isola del Giglio e tutte le accuse adesso sono rivolte al comandante Francesco Schettino. L’uomo è scappato, è sceso dalla nave, voleva coordinare i salvataggi e l’evacuazione da terra forse impaurito e reo di aver rischiato troppo.

Ha portato un gigante da 290 metri fino a imbottigliarlo in un’area dove non aveva più possibilità di manovra, forse per un saluto o “un inchino” a qualcuno sull’isola. La Stampa ha intervistato un comandante genovese in pensione, Bruno Sacella che dalla sua esperienza ha commentato così il gesto di Schettino.

“Quel comandante ha fatto una balentia assurda. Una smargiassata”. Poi ha spiegato: “Non si può escludere che abbia onorato una consuetudine: si accosta, per azionare fischi o la sirena, e in questo modo “salutare” a terra”. Sacella racconta di una consuetudine: “Anch’io con le mie navi accostavo davanti a Camogli per “salutare”. Ma non sono mai andato contro gli scogli. Lo facevo a distanza di sicurezza. A Camogli oggi sarebbe vietata, ma alcune navi ottengono un permesso speciale”.

È usuale infilarsi tra il Giglio e l’Argentario, risalendo il Tirreno, anziché lasciarsi l’isola all’esterno? A questa domanda l’ex comandante ha risposto così:  “Io l’ho sempre fatto. Ce n’è di acqua a disposizione. La Concordia, però, a quanto sembra dalla prime ricostruzioni, si è avvicinata troppo al Giglio. E questa, se confermata, sarebbe una grave imprudenza: in caso di avaria, di black out, la nave diventa ingovernabile, è il disastro”.