Costa Concordia, la difesa di Schettino: "Allargare l'inchiesta"

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

GROSSETO, 23 GEN – Spezzare l'assedio intorno a Francesco Schettino e allargare il fronte delle indagini. In direzione Costa Crociere. Questo il passo deciso fatto dal difensore del comandante della Costa Concordia, l'avvocato Bruno Leporatti di Grosseto, rendendo note le sue deduzioni a corredo della memoria alla richiesta di incidente probatorio dei pm.

Scrive Leporatti al gip: ''Le investigazioni sono in pieno svolgimento, non solo sul fronte della acquisizione di elementi di prova in riferimento alla posizione degli indagati Francesco Schettino e Ciro Ambrosio, ma anche al fine di individuare eventuali ulteriori responsabilita' di terzi che potrebbero almeno aver cooperato'' nel determinare il naufragio della Costa Concordia. Per Leporatti le dichiarazioni di Schettino ''hanno aperto ulteriori filoni di indagine che potrebbero orientarsi nel senso di provocare allargamenti soggettivi dell'inchiesta stessa''.

Altri soggetti, vuol significare Leporatti al gip, potrebbero venire indagati e bisogna stare attenti che cio' non avvenga ''successivamente all'assunzione dell'incidente probatorio'' perche' ''le risultanze di esso sarebbero inutilizzabili nei confronti di tali eventuali nuovi indagati''.

Le osservazioni sull'incidente probatorio diventano occasione per indicare al gip una strada che le indagini della procura dovrebbero seguire. Il difensore, cosi', tira in ballo ''i contatti telefonici intercorsi con il Marine Operation Director di Costa Crociere (Roberto Ferrarini, ndr) dopo l'impatto e costantemente durante la fase della susseguente emergenza'', ma chiede di indagare anche se la pompa di zavorra o di bilanciamento della nave Costa Concordia fosse funzionante, se lo fossero le 'pompe esaurimento grandi masse', e perfino se le 'paratie deboli' abbiano tenuto alla maxi-falla che ha destabilizzato la nave garantendo un allagamento simmetrico, che non c'e' stato vista l'anomala inclinazione della nave di lato.

La difesa vuol capire dalla maxi-perizia se la Costa Concordia si portasse dietro avarie da tempo, e non solo nell'imminenza della manovra azzardata davanti all'Isola del Giglio. A Civitavecchia la Concordia era salpata con due ore di ritardo sull'orario previsto. Forse a causa di qualche guasto? Dopo l'urto con lo scoglio de Le Scole ''nel giro di due minuti era gia' tutto allagato'', ricorda l'ufficiale di guardia in macchina Alberto Fiorito interrogato dagli inquirenti, ai quali riferisce anche che ''le pompe non giravano'' quando fu tentato di farle entrare in azione per liberare dall'acqua i locali della nave dopo la collisione.

Come riferito da Schettino nell'interrogatorio di garanzia, evidenzia ancora il suo legale al gip, ''egli aveva chiesto inutilmente, piu' volte, la messa in funzione della pompa di zavorra o di bilanciamento; non fu neanche possibile avviare le pompe esaurimento grandi masse''. Anche da Firenze, parlando del naufragio, il procuratore generale della Toscana, Beniamino Deidda, ha osservato che ''il datore di lavoro e' garante delle norme di sicurezza e ne e' responsabile. In questo caso, ci sono stati problemi e incredibili leggerezze''. Comunque sia, l'avvocato Leporatti ha anche gia' preparato il ricorso al tribunale del riesame di Firenze per ottenere la revoca dei domiciliari considerata ''la concreta impossibilita' per Schettino di reiterare i reati'' e lo presentera' o mercoledi' o giovedi' prossimo. Venerdi', invece, e' previsto l'interrogatorio in procura del vicecomandante Ciro Ambrosio, il secondo indagato e mai sentito finora, che potrebbe avvalersi della facolta' di non rispondere.

Le indagini proseguono con numerosi accertamenti e valutazioni. Oggi in procura e' stato a colloquio un'ora e mezzo coi magistrati il capitano di fregata Gregorio De Falco, della capitaneria di porto di Livorno, mentre dal mare i sommozzatori hanno portato fuori la seconda cassaforte di Schettino. Il procuratore Verusio ha diffuso un comunicato sull'esito dell'incontro con il prefetto Franco Gabrielli, capo della protezione civile, per le operazioni di svuotamento dei serbatoi di carburante, in cui ''si stigmatizza l'inopportuna diffusione di molti atti di questa indagine (e non soltanto del loro contenuto) da parte degli organi di informazione''.