Massimo Giuseppe Bossetti, accusa: omicidio, sevizie, crudeltà. Dna suo “al 100%”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2014 - 16:46 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Giuseppe Bossetti, accusa: omicidio, sevizie, crudeltà. Dna suo "al 100%"

Massimo Giuseppe Bossetti (Foto da Facebook)

BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti è accusato non solo dell’omicidio di Yara Gambirasio, ma di omicidio con l’aggravante delle sevizie e della crudeltà. E secondo il colonnello Antonio Bandiera, comandante dei carabinieri di Bergamo che ha diretto le indagini, “è al 100% di Bossetti il Dna trovato sugli slip e sui leggins di Yara”.  Nel provvedimento di fermo per il muratore quarantenne si scrive che il suo Dna mostra una ”sostanziale assoluta compatibilità” con quello ritrovato sui leggings di Yara Gambirasio. Tra gli indizi vengono annoverate ”polveri riconducibili a calce”, riconducibili all’uomo, muratore. Nei polmoni di Yara, inoltre, furono trovate tracce di polveri residue di materiale comunemente usato in edilizia.

Bandiera ha ripercorso le tappe di una “lunga e complessa indagine” che ha coinvolto il Ros dei carabinieri, il Ris, il nucleo investigativo del comando provinciale di Bergamo e la Polizia di Stato.

In base alle tracce di Dna trovate sugli indumenti di Yara gli investigatori sono arrivati a Giuseppe Benedetto Guerinoni, noto come il padre di Ignoto 1 (cioè l’assassino).

“Successivamente abbiamo approfondito le nostre attività su una pista investigativa del tutto nuova per quello che riguarda il contesto nazionale ma probabilmente anche a livello internazionale: sono stati raccolti migliaia e migliaia di Dna in modo scientifico, sono stati analizzati tutti i cellulari attivi nella cella la sera della scomparsa di Yara. Per ogni cellulare è stato fatto un lavoro oneroso: siamo andati a cercare non solo l’intestatario di ogni singolo utente, ma anche chi erano i suoi conviventi. Abbiamo vagliato le cerchie amicali e relazionali, la zona del rinvenimento del cadavere, la palestra: siamo arrivati a numeri importanti che richiedevano tempo, abbiamo investito le nostre migliori risorse, non abbiamo mai abbassato la guardia neanche un giorno. Sono orgoglioso di quello che hanno fatto i nostri militari”.

Venerdì è arrivata la conferma del Dna della madre di Ignoto 1, Ester Arzufi, e da quel momento

“è iniziata una nuova attività: 24 ore su 24 ci siamo dedicati alla persona che poi è stata fermata. Con uno stratagemma, durante un controllo effettuato su strada, siamo riusciti a trovare un nuovo profilo Dna da analizzare: abbiamo avuto la conferma che al 100% si tratta dello stesso Dna trovato sugli indumenti di Yara. Questa è stata l’evoluzione, voglio sottolineare ancora una volta la sinergia e il coordinamento in questo iter investigativo durato 3 anni e mezzo”.