Mattarella da Papa Francesco: in Vaticano torna un presidente cattolico FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2015 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La prima di Sergio Mattarella da Papa Francesco. I due s’incontrano per la prima volta, il primo faccia a faccia tra il presidente della Repubblica e papa Francesco. Il capo dello Stato è giunto alle 9,40 di sabato nel cortile di san Samaso, accolto dal prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Ganswein e dal delegato del Governatorato, professor Cesare Mirabelli, già presidente della Corte Costituzionale sua vecchia conoscenza. Ha ricevuto gli onori della Guardia svizzera e nel cortile la banda della Gendarmeria Pontificia ha eseguito l’inno di Mameli.

Quello di un capo di Stato di matrice cattolica in Vaticano, è anche un ritorno. L’ultimo presidente della Repubblica proveniente da un’area politica cattolica infatti è stato Oscar Luigi Scalfaro, dopo di lui 15 anni di presidenti laici o quasi, come Carlo Azeglio Ciampi, credente ma nella vita privata, e Giorgio Napolitano, nato e cresciuto politicamente nel Pci. Mattarella invece è un cattolico doc, con la famiglia cresciuta nell’Azione cattolica, consapevole però che la spiritualità e la fede non supererà la funzione istituzionale che rappresenta, cioè essere presidente di uno Stato laico.

Le sono grato per la sua visita, priva delle eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l’Italia e che si pone in continuità con le visite effettuate dal suo immediato predecessore e con una ormai lunga tradizione”, ha detto Francesco a Mattarella. E ha aggiunto: “La Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza, e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillità, che possono promuovere solo i pubblici poteri, cui primariamente spetta di predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinché la società civile dispieghi tutte le sue potenzialità, trovano nell’impegno e nella leale collaborazione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione. La reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione”.

Migranti, degrado e lavoro. Un ambito di collaborazione tra Italia e comunità ecclesiale per il bene comune è la “cura dell’ambiente”, contro squilibri, mancanza di cibo e inquinamento. Il Papa auspica che anche l’Expo contribuisca a “approfondire la riflessione contro il degrado ambientale”. Il Papa ha espresso poi “gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere numerosi migranti che a rischio della vita chiedono accoglienza”. “Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”, date le “proporzioni del fenomeno”. “La carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità”. Le foto dell’incontro pubblicate dalla Reuters.