Milano. Pugile uccise una passante: assolto perché schizofrenico

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 - 13:37 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Nell’agosto 2010 uccise, massacrandola di pugni, la prima donna che incontro’ in strada uscendo di casa, una filippina di 41 anni. Oggi Oleg Fedchenko, pugile dilettante ucraino di 27 anni, e’ stato assolto dal gup di Milano, Roberta Nunnari, dall’accusa di omicidio aggravato perche’ non imputabile. Una perizia infatti ha stabilito che l’uomo era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, poiche’ soffre di una forma di schizofrenia.

Il giudice ha disposto per lui 5 anni di ospedale psichiatrico. Il 6 agosto scorso, Fedchenko era uscito da casa della madre e, forse anche a causa di una delusione amorosa, aveva deciso di accanirsi contro la prima donna che aveva incontrato in strada, in viale Abruzzi, a Milano.

Aveva sbattuto la filippina, Emlou Arvesu, che stava rientrando a casa dopo aver accompagnato uno dei figli dalla sorella, contro la vetrina di una banca e poi l’aveva colpita diverse volte e, anche quando era caduta a terra, aveva continuato ad infierire con pugni assestati con precisione e brutale violenza. Fino ad ucciderla.

Nel maggio scorso, il professore Ambrogio Pennati ha depositato la perizia psichiatrica, disposta dal gip di Milano Cristina di Censo in sede di incidente probatorio. Nella relazione il medico ha segnalato che Fedchenko, assistito dagli avvocati Paola Boccardi e Maria Rosa Santini, era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto, perche’ soffre di una grave forma di schizofrenia paranoide. Dopo il deposito della perizia, il pugile era stato trasferito dal carcere in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Oggi e’ stato lo stesso pm di Milano Francesca Celle a chiedere, proprio sulla base dell’infermita’ mentale riconosciuta nella perizia, l’assoluzione dal reato di omicidio aggravato dalla crudelta’, dai futili motivi e dalla premeditazione (il pm aveva chiesto pero’ 15 anni di opg).

Il giudice ha assolto l’ucraino anche dall’altra imputazione, quella di tentata rapina ai danni della donna, contesta dal pm. Tentativo di rapina che, secondo il gup, non c’e’ mai stato. L’uomo e’ stato condannato invece a 9 mesi di arresto (gia’ scontati con la carcerazione preventiva) per detenzione di armi, che gli sono state trovate in casa durante una perquisizione.

”E’ difficile da digerire e da comprendere per i familiari una decisione di questo genere”. Cosi’ l’avvocato Fabio Belloni, che rappresenta il marito e i tre figli della donna filippina uccisa a pugni nell’agosto del 2010, ha commentato la sentenza del gup di Milano che oggi ha assolto l’autore del brutale pestaggio, il pugile Oleg Fedchenko, per incapacita’ di intendere e di volere.

”I familiari della donna – ha proseguito l’avvocato – si sentono completamente abbandonati dalle istituzioni. C’e’ stata grande vicinanza quando e’ successa la tregadia, ma poi piu’ nulla”. Con l’assoluzione, i familiari, parti civili, non hanno neanche diritto al risarcimento. L’avvocato Belloni aveva sottolineato, anche in passato quando era stata depositata la perizia sull’incapacita’ del pugile, che in Lombardia ”non e’ prevista nemmeno una polizza anticrimine, imposta invece dalle normative dell’Unione Europea”.

Davanti al gup, il legale aveva chiesto che venisse effettuata una nuova perizia collegiale per valutare nuovamente le condizioni psichiche di Fedchenko, contestando in sostanza la dichiarazione di non imputabilita’. Richiesta respinta.