Regionali, candidati pro-caccia? 40 % degli elettori non li vota

Pubblicato il 7 Marzo 2010 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

Politici e la caccia? Il 40% degli elettori, infatti, non voterebbe il candidato inizialmente prescelto se avesse in programma interventi a favore delle doppiette. A rivelarlo è il sondaggio ‘Le opinioni degli italiani sulla caccia’, realizzato da Ipsos per Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia, dal quale risulta che a opporsi alla caccia è in realtà il 79% di tutti gli italiani, che la considera una crudeltà da vietare o ridurre fortemente, mentre l’81% è contrario ad ogni ipotesi di allungamento della stagione.

Una sezione specifica del sondaggio analizza le opinioni degli italiani nelle 13 regioni al voto. Dall’analisi, compiuta su un campione di 980 persone rappresentativo della popolazione che andrà al voto, emerge che il 34% degli italiani modificherebbe la sua scelta se il candidato che sta pensando di votare alle regionali avesse interventi a favore della caccia, mentre il 7% lo farebbe «se dopo avergli scritto non cambiasse il programma».

Il 18% invece sarebbe indeciso se cambiare il proprio voto, il 34% dice «no se condividesse gli altri punti del programma» e il 7% non risponde. L’idea di cambiare voto prescinde da qualsiasi orientamento politico, e riguarda il 34% di chi ha deciso di votare Pdl o Lega e il 43% di chi preferirà Pd o Idv, e il 47% degli altri partiti. Se poi il 79% dei cittadini considera la caccia una crudeltà da vietare o da regolare più rigidamente, l’80% – secondo il sondaggio Ipsos – la vorrebbe vietare nei terreni privati senza l’autorizzazione del proprietario (il noto articolo 842 del Codice Civile). L’84% degli italiani, poi, darebbe la licenza di caccia solo a 21 anni con ritiro ai 70, mentre l’86% è favorevole ad aumentare la distanza di divieto di caccia dalle case e dai sentieri degli escursionisti. Il 71% degli italiani chiede poi di limitare la stagione venatoria ai soli mesi di ottobre, novembre e dicembre e il 77% chiede il divieto assoluto di caccia gli uccelli migratori.

«Si tratta di una maggioranza schiacciante e trasversale – commentano Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia – di cui i partiti e i gruppi politici, a partire da quelli della Camera dei Deputati dovrebbero prendere atto, anzitutto sopprimendo l’articolo 43 della Legge Comunitaria, ora all’esame delle Commissioni della Camera».

Una norma che ha prodotto dure proteste e contestazioni e che in effetti, secondo Ipsos, soddisferebbe solo il 3% degli elettori della maggioranza di Governo e il 2% dell’opposizione. «Ma è in generale ogni tentativo di estensione dell’attività venatoria, a partire dal disegno di legge Orsi – aggiungono le associazioni – che vede la netta contrarietà del Paese. È ormai chiaro che tra gli italiani vi è un sentire comune e sempre più diffuso verso la tutela degli animali e dell’ambiente, il quale non può non trovare una fedele rappresentazione in Parlamento e tradursi in provvedimenti a favore della natura».