ROMA – Rimini: cuochi e camerieri no, ronde nere sì. E così Rimini si candida con successo ad essere un genuino concentrato dell’estate italian 2.018. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].
A Rimini dove quest’anno è previsto un boom di presenze turistiche (già ora 8 per cento in più) i gestori di hotel e pensioni e bagni a mare e ristoranti e ogni altro segmento dell’azienda turismo non trovano chi accetta le loro offerte di lavoro. In un solo giorno ne fanno una trentina di offerte di lavoro. Risposte: zero o quasi.
Zero o quasi risposte alle offerte di lavoro perché disponibili a lavorare come cuochi sono ad esempio ex muratori mai entrati in una cucina. Oppure disponibili a lavorare come receptionist sono persone che non sanno una parola di inglese o di altra lingua straniera. Disponibili a lavorare come inservienti o camerieri persone, poche, senza alcuna esperienza o qualifica professionale.
Quindi le aziende del turismo chiedono gente, offrono lavoro. Ma non trovano chi faccia o sappia fare il cuoco, il receptionist, il responsabile di camera o di piano. A Rimini non è il lavoro che manca, manca la gente che voglia o possa fare quel lavoro.
E mancano le risposte alle offerte di lavoro anche per un altro motivo che già nei Centri per l’impiego ti confessano, sia pure a mezza voce perché non è “carino” dirlo quel motivo…Il motivo è che se hai un assegno di disoccupazione non ti conviene accettare un’offerta di lavoro a tempo, stagionale. Qualunque sia la retribuzione che ti offre l’hotel in questione, conviene o sembra convenire di più starsene in disoccupazione pagata.
Certo il lavoro che a Rimini non trova lavoratori è stagionale. A tempo, per natura e definizione lavoro precario. Quindi, secondo equazione da decreto governativo, anche lavoro con poca o nulla dignità. Sta di fatto che nessuno o quasi lo fa. Anche perché col Decreto Dignità il lavoro stagionale è diventato per chi lo offre un contratto più difficile da gestire in sede legale e più costoso. Quindi nessuno o quasi lo fa quel lavoro che viene offerto ma non accolto.
Nessuno o quasi, proprio nessuno? Il lavoro stagionale per il quale non si trova personale qualificato o non c’è normativa e quadro legale che lo favorisca non è che sparisce. In economia fa presto a diventare altro tipo di lavoro: lavoro nero sotto pagato, non protetto e di scarsa soddisfazione per chi lo paga.
E chi lo fa il lavoro nero di scarsa scarsissima qualità, lavoro sotto pagato, tanto poco pagato che una casa vera e propria dove dormire mica ce la fai. Chi lo fa il lavoro clandestino in tutti i sensi Clandestino al fisco ma estraneo e avverso alla fine anche alla credibilità e salute dell’industria turismo) meglio dei clandestini?
Ed eccoci al concentrato purissimo di estate italiana 2018 registrabile, assaggiabile a Rimini: un’idea, anzi una ideologia, anzi un governo, anzi una barca di milioni di voti che pensano i posti di lavoro siano un bene naturale inesauribile solo da equamente distribuire. Un’idea, anzi un’ideologia, anzi un governo, anzi un popolo elettore che vuole ricchezza redistribuita. Ma che di produrla ricchezza ritiene sia inessenziale e forse anche poco dignitoso. Un welfare sociale che già oggi scoraggia dall’accettare lavoro che non sia fisso e immutabile. E un welfare annunciato per cui prendo 780 al mese per due anni e tu vuoi che vada a smazzarmi dietro un bancone di hotel a Rimini per due mesi a 1800 al mese? Fatti i conti: circa 19 mila euro sicuri contro 3600 sotto padrone, mica sono scemo. Si chiama reddito di cittadinanza o la sua filosofia.
E quindi lavoro clandestino, che fanno i clandestini. Da scacciare però dalle spiagge se fanno i venditori ambulanti. E da scacciare dalla vista, dalla spiaggia, dalla notte. Perché fanno paura, danno fastidio, rubano, talvolta spacciano, talvolta sono violenti, talvolta scippano. Si comportano, guarda un po’, da clandestini. Ma a loro a Rimini ci stanno pensando da una settimanella le ronde nere. Ronde miste, Forza Nuova offre le risorse umane italiane, analoga organizzazione polacca ha portato in Riviera romagnola i suoi ragazzi. Lì, in Polonia, di rastrellamenti e retate storicamente se ne intendono.
E quindi negli hotel di Rimini c’è lavoro che nessuno prende in mano e sulle spiagge di Rimini ci sono ronde fasciste italo polacche che nessuno prende a calci in culo. Concentrato che meglio non si può dell’estate italiana 2.018.