La Sapienza. Contro i tagli, esami di notte o per le strade della città universitaria

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 18:43 OLTRE 6 MESI FA

Contro i tagli del governo, i docenti di alcune facoltà umanistiche della Sapienza di Roma hanno deciso che le prove di luglio alla Facoltà di Lettere si svolgeranno nelle ore notturne. Ma la protesta non piace al rettore, Luigi Frati, contestato da diversi docenti, ricercatori e studenti durante il suo intervento in una conferenza stampa dei presidi delle facoltà umanistiche, riuniti in un’aula dell’ateneo.

“Contro il buio che i tagli del governo vogliono far calare sulla ricerca e la didattica”  la Sapienza si illumina di notte, questo lo slogan di docenti, ricercatori e studenti. Il primo appuntamento è fissato per il 13, tramontato il sole. Dopo aver rinviato gli esami calendarizzati fino al 9 luglio edaver indetto una settimana di mobilitazione, i docenti di Lettere dal 12 svolgeranno regolarmente gli appelli, ma per le strade della città universitaria oppure ‘al buio’, nei locali della Facoltà.

“Il 13 luglio, in particolare – spiega Laura Faranda, docente di Antropologia – gli appelli d’esame si terranno dalle ore 21 alle ore 5, secondo un ordine temporale inusuale, ma fedele sia all’inversione di senso cui sembrano orientate le manovre del governo in materia di riforma dell’università e della ricerca, sia al nuovo profilo di professori ‘ombra’, oscurati e delegittimati nella sostanza qualitativa e quantitativa del proprio impegno quotidiano”. Secondo il preside della facoltà di Scienze umanistiche, Roberto Nicolai, nei prossimi cinque anni La Sapienza perderà oltre un terzo dei docenti, circa 1.300-1.400 professori. Alla protesta contro i tagli partecipano le quattro facoltà umanistiche di Lettere e Filosofia, Studi Orientali, Filosofia e Scienze Umanistiche.

Contestato da docenti, ricercatori e studenti, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa dei presidi, il rettore della Sapienza, Luigi Frati, ha dichiarato il suo dissenso nei confronti della scelta di alcuni professori di bloccare gli esami e ha definito “folkloristiche” le iniziative di protesta annunciate dai docenti, come gli esami a lume di candela e in strada la prossima settimana.

E non è tutto. Il rettore si schiera con i governi di destra e di sinistra imputando la responsabilità dei tagli ai pochi risultati prodotti da alcuni ricercatori: “Non credo che noi non siamo corresponsabili riguardo ai provvedimenti sull’Università da parte dei governi di centrodestra e di centrosinistra – ha detto Frati – Il 30% dei ricercatori della facoltà di Giurisprudenza non ha prodotto nulla nell’ambito della ricerca scientifica e in generale alla Sapienza il 10% dei ricercatori non ha prodotto nulla in 10 anni. Queste persone vanno cacciate dall’Università”. Un duro attacco, quello del rettore, contro i ‘fannulloni’ che danneggiano l’immagine dell’Ateneo: “Bisogna reclamare la progressione economica solo per i meritevoli. C’è chi ruba lo stipendio: ci sono persone che lo prendono da anni e non fanno nulla – ha proseguito Frati – Facciamo pulizia a casa nostra per avere più potere morale”.

Intanto alla sapienza è già iniziata l’operazione di epurazione, come riferisce Frati: “Ho fatto una contestazione disciplinare a un professore ex ministro perché questi aveva preso incarichi extrauniversitari e ora spero che cambi anche il direttore generale dell’ospedale (il Policlinico Umberto I)”.