Tamponi falsi, falsa la carta intestata dello Spallanzani con cui si comunicava l’esito del tampone, falso il medico che si spacciava per tale. Mentre offriva, ovviamente a pagamento, l’intero kit dei falsi.
CIVITAVECCHIA, LA STORIA NASCE QUI
Civitavecchia, la storia nasce qui e da due giorni la si legge su Il Messaggero narrata da Stefano Pettinari. C’è una fidanzata o comunque compagna dell’uomo oggi accusato della peggiore truffa oggi immaginabile ai danni del prossimo. Una truffa concepita e realizzata letteralmente sulla pelle del prossimo, una truffa ai danni diretti e immediato della salute del prossimo.
E’ questa donna che, nella ricostruzione giornalistica, fornisce all’uomo il tampone. Un tampone per l’esame coronavirus, un tampone di numero o quasi. Di certo pochi sono i tamponi che materialmente arrivano nelle mani dell’uomo. Non si sa esattamente quanti ma di certo pochi, forse le dita di una mano.
TAMPONI SVELTI E A DOMICILIO
C’è richiesta di tamponi, c’è mercato. E il finto medico si tuffa: mette sul mercato un tampone svelto e a domicilio. Lui va, effettua il tampone, poi arriverà referto. Referto, sempre negativo al virus, su carta che sembra intestata Spallanzani. Fino a che uno che ha pagato per quel tampone e ha ricevuto referto si incuriosisce e chiede allo Spallanzani chiarimento. Dallo Spallanzani arriva chiarimento che non si aspettava: loro di quei tamponi e referti non sanno nulla, non è roba loro.
ANCHE A ROMA, ANCHE IN UNA RSA
Si ricostruisce allora il cammino del finto medico che pratica finti tamponi, fa arrivare finti referti e quindi per così dire timbra negatività al virus che possono anche essere false. Pare che da Civitavecchia sia sceso anche a Roma portando e vendendo il suo kit di falsi. Pare abbia venduto la sua merce avariata e nociva anche in una Residenza Sanitaria per anziani.
E pare anche che, dati i pochi tamponi a sua disposizione, il falso medico e vero attentatore alla salute altrui abbia usato e riusato più volte lo stesso tampone. Cioè abbia passato nel naso e in gola di più persone lo stesso bastoncino. Che è come fare iniezioni a più persone con lo stesso ago. Comunque la si maneggi, se pienamente vera, una storia tremenda, una storia di selvaggia violenza verso il prossimo.