Valentina Salamone impiccata nel 2010: dopo 3 anni arrestato l’ex fidanzato

Pubblicato il 4 Marzo 2013 - 14:26| Aggiornato il 25 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA – Svolta nelle indagini sulla morte di Valentina Salamone, la diciannovenne trovata morta impiccata il 24 luglio del 2010 in una villetta alla periferia di Adrano, in provincia di Catania. Lunedì mattina i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno arrestato Nicola Mancuso, 30 anni, con l’accusa di omicidio. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe avuto una relazione con la vittima. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura di Catania.

I pubblici ministeri avevano chiesto l’archiviazione del caso, classificando la morte della ragazza come suicidio. Ma i familiari di Valentina, da sempre convinti che la giovane fosse stata uccisa, si erano opposti all’archiviazione e avevano chiesto la riapertura dell’inchiesta.

Valentina Salamone, 19 anni, di Biancavilla venne trovata morta il 24 luglio 2010 in una villetta alla periferia di Adrano dove si era recata con alcuni amici per trascorrere il week end. Le indagini frettolose vennero chiuse come suicidio. La ragazza fu trovata impiccata a una trave della tettoia della villetta. I genitori della ragazza vennero avvisati della sua morte circa 10 ore dopo la scoperta del corpo e trovarono Valentina avvolta in un sacco della spazzatura, dentro una bara bianca e con una corda ancora stretta al collo.

I familiari hanno sempre contestato la tesi del suicidio cercando col proprio legale di giungere alla verità. Il padre della ragazza, Antonino Salamone, in varie interviste aveva sempre sostenuto che la figlia non aveva ragioni per un gesto estremo: ”Valentina non me la potrà più restituire alcuna giustizia terrena: ma venire a capo della verità sarà quantomeno un atto d’amore nei confronti di mia figlia. Era assolutamente impossibile che mia figlia si fosse suicidata: ogni genitore conosce i propri figli e Valentina non avrebbe mai potuto compiere quel gesto”.

Dopo la richiesta del pm al gip di archiviare come suicidio l’inchiesta era stata avocata dall’avvocatura generale dello Stato e dalla procura generale. Alla fine dello scorso anno il gip Francesca Cercone aveva disposto nuove indagini. Ad ottobre il pg aveva infatti chiesto indagini suppletive considerato che ”alla luce delle nuove acquisizioni può affermarsi che Valentina Salamone fu uccisa e chi pose in tale in essere tale delitto ebbe a simulare con notevole abilità il suicidio”. L’inchiesta avrebbe dimostrato che i testimoni furono reticenti se non addirittura che avevano dichiarato il falso e che Nicola Mancuso, l’uomo arrestato per l’omicidio, era sposato e aveva una relazione con la vittima. Proprio da questo tormentato rapporto sarebbe scaturito il delitto.