Bin Laden, il Navy Seal che lo uccise non ha pensione né assicurazione sanitaria

Pubblicato il 12 Febbraio 2013 - 11:48| Aggiornato il 20 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Il Navy Seal che ha ucciso Osama bin Laden non ha né una pensione né l’assistenza sanitaria. Non ne ha diritto perché ha lasciato la Marina americana in anticipo. A rivelarlo è lui stesso, intervistato, ovviamente sotto anonimato, dalla rivista americana Esquire

Il 2 maggio del 2012 fu proprio lui a sparare i colpi che uccisero il “capo” di Al Qaeda. Il  Seal Team 6 arrivò al suo rifugio di Abbottabad, in Pakistan. Prima vennero eliminate le sentinelle e uno dei figli di bin Laden. Poi, al terzo piano, uno dei seal si lancia verso due donne uscite sul ballatoio. Teme che indossino cinture esplosive e possano farsi esplodere. Ma l’azione dello “sparatore” va protetta.

Lo “sparatore” entra nella stanza: bin Laden è lì. Ha la mano sulla spalla di una donna. La spinge lontano. Vicino a sé ha un mitra Ak47. “Si muove verso l’arma, racconta lo “sparatore”. Non so se la donna abbia una cintura esplosiva. Lui ha l’arma a portata di mano. E’ una minaccia. devo colpirlo alla testa così non può farsi saltare in aria. In quel attimo gli sparo, due volte alla fronte. La seconda mentre sta scivolando sul pavimento. Finisce davanti al suo letto e lo colpisco ancora. Bam. Stesso punto. La sua lingua è di fuori. Lo osservo mentre emette il suo ultimo respiro. E ricordo che mentre lo guardavo mi sono chiesto: È la miglior cosa che abbia mai fatto o la peggiore?”.

Rientrato alla base, lo “sparatore” regalerà il suo caricatore a ‘Maya’, l’analista raccontata da Zero Dark Thirty, il film di Kathryn Bigelow.

Gli addestramenti per arrivare a bin Laden erano partiti mesi prima, con maggiore intensità dal 1° aprile, quando “lo sparatore” venne informato della sua missione top secret. Solo in un secondo tempo ha saputo che l’obiettivo era Osama bin Laden in persona.

Adesso, dopo 16 anni di lavoro per gli Stati Uniti e 300 giorni in missione lo “sparatore” ha lasciato la Marina. In anticipo, però: il servizio sarebbe dovuto durare 20 anni. Così ora lui si ritrova senza pensione e senza assicurazione sanitaria. Ma con la consapevolezza di essere un possibile bersaglio di al Qaeda, lui e la sua famiglia.

Ha insegnato loro a prepararsi in caso arrivi qualche jihadista. A insegnato alla moglie a sparare con il fucile e a nascondere i bambini. Ma per sé dice di non essere preoccupato: “Non ho un piano. Può suonare arrogante, ma non temo quei fottuti ragazzi”.