Cappuccio Rosso è morta, uccisa la combattente curda raccontata da Zerocalcare

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Giugno 2017 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA

KOBANE – Addio ad Ayse Deniz Karacagil, la militante curda soprannominata Cappuccio Rosso  e raccontata anche da Zerocalcare nel suo Kobane Calling. La giovane turca, condannata a 103 anni di carcere per le proteste a Gezi Park nel 2014, è stata uccisa in combattimento al confine tra la Turchia e la Siria. Si era unita alle Ypj, divisione femminile delle milizie curde, nella lotta al sedicente Stato Islamico.

La sua morte è stata annunciata dallo stesso graphic novelist che sul suo profilo Facebook la ricorda:

“E’ sempre antipatico puntare i riflettori su una persona specifica, in una guerra dove la gente muore ogni giorno e non se la incula nessuno. Però siccome siamo fatti che se incontriamo qualcuno poi per forza di cose ce lo ricordiamo e quel lutto sembra toccarci più da vicino, a morire sul fronte di Raqqa contro i miliziani di Daesh è stata Ayse Deniz Karacagil, la ragazza soprannominata Cappuccio Rosso. Turca, condannata a 100 anni di carcere dallo stato turco per le proteste legate a Gezi Park, aveva scelto di andare in montagna unirsi al movimento di liberazione curdo invece di trascorrere il resto della sua vita in galera o in fuga. Da lì poi è andata a combattere contro Daesh in Siria e questa settimana è caduta in combattimento. Lo posto qua perché chi s’è letto Kobane Calling magari si ricorda la sua storia”.

Tre viaggi in meno di un anno. Turchia. Iraq. Siria. Il libro più importante di Zerocalcare parte dai due racconti apparsi su Internazionale e racconta i viaggi del fumettista romano nel Kurdistan, nella zona di Rojava, la regione più calda del pianeta, che nessun telegiornale menziona mai per nome. Kobane Calling è un libro a metà tra il diario di viaggio e il graphic journalism: racconta un’utopia possibile nel cuore di una terra ferocemente contesa e fieramente difesa, le macerie di Kobane e un popolo intero in guerra per difendere il proprio diritto a esistere, proteggendo labili confini la cui esistenza non è sancita da nessun atlante geografico.