Coronavirus circolava in Cina già prima dell'emergenza, quei tamponi di ottobre... Coronavirus circolava in Cina già prima dell'emergenza, quei tamponi di ottobre...

Coronavirus circolava in Cina già prima dell’emergenza, quei tamponi di ottobre…

ROMA – Emerge un’altra prova che il coronavirus circolava in Cina già da prima rispetto all’inizio dell’emergenza (già agli inizi di Gennaio): alcuni tamponi fatti in tempi non sospetti – tra 6 ottobre e 21 gennaio – a individui con sintomi influenzali, e riesaminati ora sono risultati positivi al nuovo SARS-CoV-2. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature Microbiology e condotto da Man-Qing Liu del Wuhan Center for Disease Control & Prevention.

Sono ancora tanti gli interrogativi su origini e tempistiche dell’emergenza del nuovo coronavirus, la cui comparsa è stata annunciata ufficialmente dall’Oms il 10 gennaio. Questo studio, spiegano gli autori, potrebbe fornire informazioni importanti sui primissimi stadi dell’epidemia.

Gli esperti hanno riesaminato i tamponi faringei di 640 individui che tra 6 ottobre e 21 gennaio erano stati coinvolti in un progetto di sorveglianza sull’influenza stagionale e che per questo motivo erano stati sottoposti al tampone. Nove di questi individui sono risultati positivi al nuovo coronavirus, il che significa che la trasmissione del virus era già in corso da prima dell’inizio dell’epidemia, ipoteticamente già dall’inizio di gennaio.

Intanto dopo oltre 70 giorni, a Wuhan, il focolaio della pandemia del coronavirus, si esce di casa. Tutti però dovranno avere un’app lasciapassaare per poter andare in giro. La città cinese vedrà domani cadere la serie di restrizioni più vincolanti decise il 23 gennaio negli sforzi per contenere la diffusione del contagio, tra cui la possibilità di lasciare la città.

Si potrà tornare a fare più o meno tutto, ma serve un’applicazione che assegna lo stato di salute alle singole persone e quindi per spostarsi bisognerà mostrare l’apposito codice verde sul telefono.

Per molti, uno delle principali obiettivi sarà semplicemente mangiare una ciotola di “reganmian”, il più popolare e tipico piatto di noodle piccanti del capoluogo della provincia dell’ Hubei. Con la vita da alcuni giorni orientata verso un’insperata normalità, considerando le gravissime cronache di fine gennaio, molti residenti hanno ricominciato a lavorare e ad andare fuori, con molteplici precauzioni come per la app che assegna lo stato di salute ai singoli e quindi possibilità di muoversi, per il “guozao”, il termine dialettale vecchio di secoli che indica la colazione.

Lo sblocco arriva quando i nuovi casi di coronavirus sono stati ormai azzerati a Wuhan, mentre per la prima volta dal 23 gennaio, la città, l’Hubei e l’intera Cina non hanno riportato alcun decesso.

 

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