Usa, Dolan a sorpresa diventa presidente dei vescovi: batte il ‘liberal’ Kicanas, troppo morbido con i preti pedofili

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 21:23 OLTRE 6 MESI FA

L'arcivescovo Timothy Dolan

Colpo di scena alla Conferenza episcopale americana. L’elezione del presidente ha rovesciato le previsioni, riservando alla Casa Bianca un’amara sorpresa. A sostituire Francis George, cardinale di Chicago, doveva essere il vescovo di Tucson Gerald Kicanas in qualità di vicepresidente uscente. Ma l’urna ha premiato l’arcivescovo di New York Timothy Dolan. L’irrituale bocciatura si lega al fatto che Kicanas rappresenta la tradizione della giustizia sociale, vicina ai liberal. Dolan invece è una bandiera del fronte conservatore, critico su nozze gay e aborto. La motivazione per la bocciatura di Kicanas? Troppo “liberal” e, insieme, con poco polso nella battaglia contro la pedofilia nel clero.

Di norma è il vicepresidente a divenire presidente dei vescovi. Ma il vescovo Gerald F. Kicanas di Tucson in Arizona, vice del presidente uscente Francis Eugene George di Chicago, non è stato eletto. Al terzo scrutinio Dolan ha ricevuto il 54% contro il 46% a Kicanas.

George è stato protagonista, nel suo triennio, di una battaglia con il presidente Barack Obama sulle norme sull’aborto inizialmente contenute nella riforma sanitaria voluta dalla casa bianca. Nei giorni scorsi i blog cattolici conservatori di Oltreatlantico hanno criticato Kicanas, considerato troppo ‘liberal’ perché, tra l’altro, non ha mai rifiutato la comunione ai politici cattolici ‘pro choice’ e non ha raccolto le richieste di sanzionare l’università cattolica dei gesuiti Notre Dame per avere consegnato allo stesso Obama una laurea honoris causa. Non sono mancanti suggerimenti su mai provate responsabilità di insabbiamento in un caso di pedofilia. Dolan, nominato da Ratzinger arcivescovo di New York l’anno scorso, è considerato dagli osservatori americani un presule più in linea con il Vaticano sulle questioni dottrinali. Non sarà creato cardinale nel concistoro di sabato prossimo perché il suo predecessore, Edward Egan, non ha ancora compiuto ottant’anni e, pertanto, non è ancora uscito dal collegio elettorale del conclave.