Michael Jackson/ L’Osservatore romano: “Un mito indimenticabile, nemmeno le accuse di pedofilia lo hanno scalfito”

Pubblicato il 26 Giugno 2009 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

«Jackson forse non voleva banalmente diventare bianco, ma affrancarsi dai vincoli, anche artistici, imposti dall’appartenenza etnica, inseguendo quel mito fanciullesco evocato anche dal nome della sua fiabesca dimora: Neverland (“l’isola che non c’è”)», così l’Osservatore romano ricorda Michael Jackson. Si chiede se sia realmente morto, dato che i “miti” come lui sono intramontabili e soprattutto impossibili da dimenticare. Ripercorrendo la vita del cantante che con il suo Moonwalking, la danza con il passo rallentato che ha fatto storia, il quotidiano della Santa sede lo erge a mito, un’icona che non scomparirà mai dall’immaginazione dei suoi fan.

Un “bambino prodigio”  poi diventato grande, famoso e invidiato. Il successo lo ha investito, lo scandalo giudiziario sui presunti abusi a un bambino di tredici anni lo hanno travolto, ma «queste vicende non hanno scalfito il suo mito e lui ha finito per generare una sorta di cross over, definendo nuovi generi non completamente ascrivibili ad alcun ambito specifico, dove non è più possibile distinguere tra nero e bianco».

«Ci sarebbe poco da stupirsi – scrive il quotidiano vaticano – se tra qualche anno venisse riconosciuto in una stazione di servizio di Memphis, magari assieme all’ex suocero Elvis Presley, un altro di quei miti che, come Janis Joplin, Jim Morrison, Jimi Hendrix o John Lennon, non muoiono mai nell’immaginazione dei loro fan. E un mito del pop è sicuramente Michael Jackson, morto ieri all’età di cinquant’anni».