Scontri tra Libano ed Israele: abbattuto l’albero della contesa che demarca la frontiera ma era in territorio israeliano

Pubblicato il 4 Agosto 2010 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA

Ancora tensione al confine tra Israele e Libano. Le truppe israeliane hanno ricominciato a ridisporsi fin dalle prime ore del mattino di mercoledì nei luoghi teatro delle violenze di ieri per terminare il loro compito e tagliare gli alberi. In particolare, è stato sradicato l’albero di cedri che demarca la frontiera tra i due Stati che ieri aveva scatenato la rabbia dei militari libanesi e aveva originato gli scontri in cui sono morti tre soldati e un giornalista libanese.

Il governo libanese ha poi confermato che non c’è stata violazione israeliana nell’azione di ieri. In una conferenza stampa il ministro dell’informazione Tareq Mitri ha detto che l’azione israeliana interrotta ieri e completata stamani per lo sradicamento di un albero ”e’ avvenuta a sud della Linea blu”.

Sull’incidente di ieri arriva la precisazione dell’Unifil. La forza Onu ha fatto sapere che si trovava in territorio israeliano l’albero che i militari di Tel Aviv volevano sradicare e che ha poi innescato i violenti scontri con l’esercito libanese. In un comunicato ufficiale il tenente colonnello Naresh Bhatt dell’Unifil ha affermato che a seguito delle prime indagini condotte dai caschi blu sul luogo degli scontri, “l’albero che stava per essere sradicato dall’esercito israeliano era situato a sud della Linea Blu” di demarcazione tra i due Paesi, quindi in territorio israeliano. “In quest’area”, afferma Bhatt, “il governo libanese ha posto riserve riguardanti la Linea Blu, così come il governo israeliano ha fatto in altre posizioni”.

La Linea Blu è stata tracciata dall’Onu nel 2000 ed indica la linea del ritiro israeliano dal Libano dopo 22 anni di occupazione. Il comunicato dell’Unifil ricorda comunque che “sia il Libano che Israele hanno confermato al segretario generale dell’Onu che, nonostante le loro riserve, soltanto le Nazioni Unite sono responsabili dell’identificazione della Linea Blu e che la rispetteranno come essa è identificata”. La forza Onu afferma inoltre che continua a rimanere “in contatto con entrambe le parti per mantenere la situazione sotto controllo e assicurare che non ci sia violazione della Linea Blu in quell’area”.

L’esercito israeliano è stato il primo a sparare ad altezza uomo, scatenando la reazione libanese: è quanto ha detto il ministro dell’informazione Tareq Mitri, portavoce del governo di Beirut, ripercorrendo in una conferenza stampa i primi attimi dei combattimenti avvenuti ieri tra eserciti libanese e israeliano. ”Quando gli israeliani hanno ignorato la richiesta di Unifil (la forza Onu schierata nel sud del Libano) di interrompere l’azione di sradicamento degli alberi – ha detto Mitri – i nostri soldati hanno sparato dei colpi in aria in segno di avvertimento.

E a questo punto gli israeliani hanno risposto sparando ad altezza uomo e ferendo due nostri militari”. ”Soltanto in quel momento – ha proseguito il ministro – i soldati libanesi hanno deciso di rispondere al fuoco usando dei lancia granate e hanno ferito a morte un loro alto ufficiale”. ”A questo gli israeliani hanno risposto scatenando un’offensiva piu’ ampia con l’uso di elicotteri e caccia contro obiettivi del nostro esercito”, ha concluso Mitri.

Da Beirut il governo libanese ha fatto sapere che risponderà a una nuova “aggressione”. Lo ha affermato un portavoce dell’esercito, in seguito alla diffusione della notizia che nuove truppe israeliane si sono schierate al confine. E per esaminare gli esiti della vicenda il premier Netanyahu riunisce oggi il consiglio di sicurezza israeliano.

“Il consiglio di sicurezza si riunisce mercoledì per discutere delle conseguenze degli attacchi, la cui responsabilità ricade sul governo libanese”, ha detto una fonte del governo, “E’ evidente che il governo libanese è doppiamente responsabile: l’attacco contro i nostri soldati è avvenuto mentre si trovavano in territorio israeliano e sono i militari libanesi che hanno aperto il fuoco, costringendoci a reagire”.