“Viaggio da sola e ieri mi hanno uccisa”: campagna Facebook

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Marzo 2016 - 18:26 OLTRE 6 MESI FA
"Viaggio da sola e ieri mi hanno uccisa": campagna Facebook

“Viaggio da sola e ieri mi hanno uccisa”: campagna Facebook

ASUNCION – “Viaggio da sola e ieri mi hanno uccisa. Per un uomo avrebbero avuto parole di cordoglio, io sono stata condannata perché non sono rimasta a casa”: con questo post su Facebook è partita una campagna per il diritto delle donne a viaggiare sole. Una campagna sotto l’hasthag #Viajosola lanciata dopo che due ragazze argentine di 21 e 22 anni, Maria Coni e Marina Menegazzo, sono state uccise a fine febbraio mentre viaggiavano insieme in Ecuador, ammazzate da due uomini che si erano offerti di ospitarle e messe in un sacco nero dell’immondizia.

Il caso ha suscitato non solo indignazione, ma anche qualche critica nei confronti delle due giovani donne, accusate, come spesso in questi casi, di “essersela andata a cercare”.

Per chiarire che così non è una studentessa paraguaiana, Guadalupe Acosta, ha raccontato su Facebook in prima persona, come se fosse accaduto a lei, l’omicidio delle due giovani donne.

“Ieri mi hanno uccisa… ma peggio della morte è stata l‘umiliazione che è venuta dopo. Non mi sono fatta toccare e mi hanno spaccato il cranio. Mi hanno accoltellato, lasciandomi morire dissanguata. Mi hanno avvolto in un sacco nero, sigillato con il nastro adesivo e il mio corpo è stato abbandonato sulla spiaggia, dove sono stata ritrovata dopo qualche ora”.

E poco dopo Guadalupe ha riportato le domande che si sarebbero sentite fare le due giovani vittime:

“Come eri vestita? Perché eri da sola? Sei andata in un posto pericoloso? Perché una donna viaggia sola, senza essere accompagnata?”.

 

Questo post è stato condiviso 700mila volte e l’hashtag è diventato un trending topic, come ricorda Alessia Manfredi su La Repubblica. 

 

 

“Se al nostro posto ci fossero stati dei ragazzi sarebbero state spese solo parole di cordoglio. Ma essendo una donna sono stata condannata perché non sono rimasta a casa”, continua il post di Guadalupe, che alla fine chiede alle donne di alzare la voce e lottare “per tutte quelle cui hanno negato vita e sogni. Lottiamo insieme, io con voi, con il mio spirito, e vi prometto che un giorno non ci saranno abbastanza sacchi per metterci tutte a tacere”, è l’invito finale.