Spaghetti, bistecca, pollo sintetici da laboratorio: che gusto avranno? polemica divampa, chi vivrà vedrà mangerà

Spaghetti, bistecca, pollo sintetici da laboratorio: che gusto avranno? la polemica divampa, chi vivrà vedrà e mangerà, il cibo evolve

di Bruno Tucci
Pubblicato il 9 Aprile 2023 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA
Spaghetti, bistecca, pollo sintetici da laboratorio: che gusto avranno? polemica divampa, chi vivrà vedrà mangerà

Spaghetti, bistecca, pollo sintetici da laboratorio: che gusto avranno? polemica divampa, chi vivrà vedrà mangerà

 Un buon piatto di spaghetti all’amatriciana o a un gustoso risotto alla milanese: è possibile mai che in futuro dovremo rinunciarvi? E’ la scienza che lo suggerisce e lo pone come imterrogativo.

E’ la ricerca che, con i suoi studi, avanza l’ipotesi che il cibo si può e si potrà creare in laboratorio. Buono, cattivo? Naturalmente le scuole di pensiero sono due. Quella di coloro che si vantano dei loro esperimenti e sostengono che non ci sarà la minima differenza tra il vecchio e il nuovo. E coloro che invece credono che non si può cambiare il nostro modo di alimentarsi solo perché un gruppo di persone (magari anche qualificate) ritiene che il mondo può vivere pure rivoluzionando la nostra maniera di cucinare

Insomma, lo avrete compreso: stiamo parlando del cibo in laboratorio, un problema che sta facendo discutere il mondo, perché ci troveremmo dinanzi ad un bivio di non poco conto. Gli scienziati sostengono di aver verificato il loro studio e di non aver trovato il benchè minimo divario tra il vecchio e il nuovo.

In parole più semplici, la carne che si lavora in laboratorio avrebbe le stesse caratteristiche e lo stesso buon gusto di quella acquistata oggigiorno dal macellaio. Orrore, si risponde dall’altra parte della barricata; come si può sostenere un’ipotesi del genere?

Volete fare un confronto tra una bistecca alla fiorentina mangiata ad esempio dopo averla cotta sulla piastra e un pezzo di carne dello stesso spessore costruito in laboratorio? Per dirla in breve, i conservatori non vogliono nemmeno sentir parlare di simili metamorfosi. Ci sono già poche soddisfazioni nella vita se poi ci leviamo anche il gusto di un buon pranzo!

Insieme con loro ecco il parere dei progressisti. Per carità, non la buttiamo come sempre in politica. Abbiamo definito così gli uni e gli altri solo per comodità. Dunque, i sostenitori del cibo in laboratorio oltre a perorare la loro causa per l’uguaglianza tra i due “fronti” pongono pure un altro problema che non è di poco conto: il risparmio sulla spesa quotidiana che mette in crisi milioni di famiglie le quali spesso non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Parlano di esempi specifici, non di chiacchiere.

La carne di pollo che oggi ha un costo potrebbe essere acquistato ad un significativo buon prezzo. Quale? Cinque dollari al chilo. Siamo in America, ma ormai tra l’euro e la moneta degli Stati Uniti non c’è che una minima differenza. Su questa strada i ricercatori hanno partita vinta e fanno proseliti. “Proviamo”, dicono i conservatori, “Non ci costa nessun sacrificio e se la scienza avrà ragione, noi dovremo inchinarci”.

E’ facile comprendere che il braccio di ferro si protrarrà a lungo perché le abitudini sono radicate; si potrà digerire (sic) una novità solo se non sarà sconvolgente.

D’altronde se noi proviamo a confrontare il cibo dei primi anni del novecento con quello di oggi possiamo accorgerci del “gap” a cui abbiamo assistito. Chi pensava di poter andare avanti a pranzo con  un panino o fare colazione con un semplice cornetto alla crema o un maritozzo alla panna?

L’abitudine era di sedersi a tavola alle 13,30 e mangiare tutti insieme padre, madre e figlioli. Personalmente ricordo che pochi minuti si doveva stare in silenzio perché nostro padre doveva ascoltare le ultime notizie del giornale radio.

L’amarcord conta poco rispetto al progresso, ma chi ha superato una certa età non può rassegnarsi. Si può rinunciare ai rigatoni con la pajata o a una gricia? “Giammai”, esclamano. Purtroppo quando questa rivoluzione avverrà (se avverrà) molti di questi nostalgici saranno volati in Paradiso.