Bankitalia e Bce : meno soldi, meno lavoro, più debiti e “crediti deteriorati”.

Pubblicato il 15 Aprile 2010 - 17:24| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Se la matematica non è un’opinione il 2010 sarà, anzi è un anno, se non di lacrime e sangue, certo di graffi e lividi. Per chi lavora, anzi non lavora più: 700mila persone hanno perso il posto e lo stipendio da aprile 2008 ad aprile 2010. Per chi uno stipendio ce l’ha, ma nel 2009 ha visto il suo reddito calare in media del due per cento. In media e nella media ci sono anche quelli che hanno incrementato il reddito, quindi ci sono milioni di famiglie che hanno perso il dieci per cento circa del reddito disponibile. Per chi compra merci e servizi, non tanto per i prezzi aumentati, in media 1,5 per cento, quanto per mancanza di liquidità disponibile: meno 1,8 per cento dei consumi nel 2009 e continua, solo a gennaio 2010 un altro 0,3 per cento di calo. Più o meno la stessa percentuale di incremento della disoccupazione: 0,4 per cento al mese. Di conseguenza le famiglie italiane si vanno indebitando: sono arrivate a far debiti pari al 60 per cento del loro reddito, era il 45 per cento appena due anni fa. Meno indebitate della media delle altre famiglie europee, 95 per cento del reddito, ma indebitate già quasi a livello di guardia.

A raccontarci tutto questo è Bankitalia con i suoi numeri, nello stesso giorno in cui la Bce, la Banca centrale europea stima pubblicamente che la disoccupazione in Europa non si “asciuga”, anzi deborda: aumenterà. Veleno in coda delle notizie economiche di giornata: il Sole 24ore, sulla base dei bilanci e dichiarazioni delle maggiori banche italiane, stima che Intesa San Paolo, Unicredit, Ubi, Banca Mps, Banco popolare, Popolare di Milano hanno 74 miliardi di euro di “crediti deteriorati”, cioè di prestiti a rischio di non rientrare perché chi li ha contratti ha difficoltà a pagare. Il governo italiano commenta per bocca di Sacconi: “Situazione migliore rispetto agli altri paesi”. Insomma, mal comune. Ma non è per nulla “mezzo gaudio”.