Conte tra due fuochi di gente: Ilva, frattura tra operai e chi la vuole chiusa

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Novembre 2019 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Conte tra due fuochi di gente: Ilva, frattura tra operai e chi la vuole chiusa

Il premier Giuseppe Conte in visita a Taranto (foto Ansa)

ROMA – Conte tra due fuochi, due fuochi di gente ieri a Taranto. La gente, gente vera, che lo aspettava per gridargli un netto e disperato: chiudila, chiudetela quella fabbrica. Gente che vede nell’acciaieria un nemico della vita di chi gli abita intorno, gente che ha sviluppato paura e avversione per quell’impianto. Gente cui nulla importa, e lo gridano, del danno economico del chiudere la ex Ilva.

Gente che urla concitata e con passione: “Io non sono un soldato del Pil, non ho giurato fedeltà all’economia, io sono uno che lo Stato deve proteggere”. Proteggere dalle ciminiere, dai fumi, dagli scarti di produzione, dalla fabbrica di acciaio. Gente che è sicura che al posto della fabbrica possa e debba venire altro per far lavorare. E che questo altro sia negato dall’insipienza e dalla connivenza dei vari “poteri” con i padroni della fabbrica, chiunque essi siano. Gente che nulla e nessuno convincerà fino a che la ex Ilva non sarà spenta. Gente che in gran parte ha dato a M5S il suo voto e glielo ha dato perché spegnesse Ilva. Il bisogno, l’obbligo per M5S di cancellare l’immunità penale, sia pure a tempo, sia pure ovvia per i reati ambientali pregressi nasce qui.

Questa gente considera bestemmia e infamia non perseguire, non punire, non mandare in galera chi ha ammalato l’ambiente e la gente. Anche se non sono stati quelli di Arcelor Mittal, anche se ad ammalare l’ambiente e la gente è stata la fabbrica dei Riva, è stata l’Italsider con cui tutti, proprio tutti tra partiti, sindacati, istituzioni e pubblica opinione andavano volentieri a pranzo e cena. Ma ora no, ora scudo penale è tra questa gente di fatto complicità in omicidio. Perciò Di Maio è costretto ad avvertire: se viene presentato emendamento per ripristinare scudo penale, grave problema per il governo.

Già, Conte  ha detto che lo scudo penale è un pretesto dell’azienda per fuggire e che comunque si può ripristinare. Ma in Parlamento gran parte di M5S voterebbe contro e la maggioranza per ripristinare lo scudo penale si avrebbe sommando i voti di Pd, Italia Viva, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. Governo Pd-M5S non reggerebbe. E allora dove poggiano le parole di Conte?

Conte tra due fuochi di gente. Dopo la gente che gli grida chiudila la fabbrica, ecco la gente, gente vera, che nella fabbrica lavora. Gli operai, i tecnici, il Consiglio di fabbrica. Gente che si aspetta il governo costringa Arcelor Mittal a restare. Gente che si aspetta governo abbia la forza e i poteri per evitare licenziamenti. Gente che vuol sentire si farà il possibile e, se fosse impossibile far far marcia indietro a Mittal, allora che arrivi lo Stato in ogni sua forma, fino alla nazionalizzazione dell’impianto.

C’è una frattura netta tra gli operai e chi nell’ex Ilva lavora e chi l’ex Ilva la vuole chiusa al più presto. Frattura evidente, profonda, insanabile. Conte con coraggio è andato da entrambi, con nonestà ha detto di non avere in tasca la ricetta, ma ha dovuto farfugliare formule senza contenuto reale tipo “gabinetto di crisi, cabina di regia…”.

E un’altra frattura, meno evidente ma aspra anch’essa: tra i dipendenti diretti di Arcelor Mittal e i lavoratori dell’indotto. I primi sono amareggiati e affranti ma relativamente sicuri di essere in qualche modo protetti dalla mano pubblica, i secondi temono di essere quelli che resteranno davvero senza lavoro e senza reddito. Dieci, undicimila da una parte, circa cinquemila dall’altra.

Conte tra due fuochi di gente e tra due fuochi di sostanza: non ha armi e argomenti per costringere/convincere Arcelor Mittal a non scappare da Taranto, non ha la possibilità politica e sociale di fare, se Arcelor molla, altro che mettere in carico fabbrica e lavoratori allo Stato, non ha come governo e sistema Italia le risorse per tenerseli in carico davvero, non ha una maggioranza in Parlamento Nè per chiuderla né per tenerla in vita davvero la grande, unica fabbrica di acciaio italiana. 

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.