Crisi: dai tetti all’isola dei cassintegrati, le proteste dei lavoratori italiani

Pubblicato il 10 Agosto 2010 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

La protesta sale sui tetti. Nel 2010 ecco alcuni dei casi più difficili. Alcuni si sono chiusi positivamente con degli accordi altri restano ancora aperti.

“Precari Bros”. Non si tratta di una casa di produzione cinematografica: sono i circa 4 mila disoccupati che partecipano al Progetto Bros (Budget individuali per il reinserimento occupazionale e sociale) in Campania e il loro ‘film’ li ha visti protagonisti in scorribande sui bus e nelle stazioni, blocco dei traghetti e scenografici tuffi nelle acque del porto, occupazione di musei o degli uffici della Provincia di Napoli dei Comuni.

L’isola dei cassintegrati. Gli operai della Vinyls di Porto Torres vivono da 5 mesi (160 giorni) nell’ex carcere sull’Asinara, ribattezzata isola dei Cassintegrati. Altri colleghi dello stabilimento chimico hanno occupato la torre aragonese di Porto Torres dal 7 gennaio.

Ispra occupato per 59 giorni. Tra il 2009 e gennaio 2010 i precari dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno occupato il tetto dell’istituto. La protesta è durata 59 giorni e si è conclusa dopo 14 ore di trattativa con un protocollo di intesa siglato da ministero dell’Ambiente e dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Anpi e Usi-Rdb.

Maflow sul tetto. A gennaio alcuni operai della azienda Maflow, che produce tubi per il condizionamento delle automobili, in particolare per la Bmw, sono saliti sul tetto della sede centrale dell’azienda a Trezzano sul Naviglio (Milano) e lo hanno occupato per oltre una settimana. Sono scesi ma il presidio davanti allo stabilimento non si è mai sciolto. L’azienda, che occupa più di 300 dipendenti, è commissariata da mesi e a rischio di chiusura.

Sull’antenna per protesta. A marzo una cinquantina di operai della Sirti, finiti in cassa integrazione per licenziamento, hanno occupato il cantiere dell’azienda alla contrada Pontecorvo di Benevento. Quattro di loro (uno è stato soccorso per un malore mentre stava attuando la sua spettacolare protesta) hanno trascorso un paio di notti attaccati al traliccio delle antenne della Telecom in città, ad un’altezza di circa cinquanta metri da terra.

I dipendenti Kss a trenta metri da terra. A maggio 50 lavoratori Kss multinazionale americana della componentistica auto sono rimasti alcuni giorni sulla torre per l’acqua di Villastellone in Piemonte, a trenta metri d’altezza.