L’età giusta per la pensione. Riforma Monti, divieti e scorciatoie

Pubblicato il 13 Dicembre 2011 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Tra finestre, quote, anticipi, contributi, riscatti, l’itinerario per trovare la giusta età della pensione all’epoca della cura Monti si presenta come un percorso ad ostacoli, del quale è bene conoscere trappole e opportunità, divieti e scorciatoie. Dal 2012 la riforma del welfare previdenziale imporrà un sistema fondato su due pilastri, la “nuova” pensione di vecchiaia e e la pensione anticipata, mentre anzianità e quote non avranno più corso legale. Con l’aiuto del Sole 24 Ore proviamo a tracciare un itinerario ragionato a misura di ogni aspirante pensionando.

Anzianità e “quota 96” addio. L’articolo 24 del decreto salva-Italia sancisce che raggiungere quota 96 nel 2012 non servirà più per accedere alla pensione. In pratica chi ha 61 anni di età e 35 di contributi, oppure 60 anni di età e 36 di contributi deve aspettare. L’ipotesi più fattibile è attendere fino al compimento dei 66 anni di età, anche se l’aumento della pensione di vecchiaia in relazione alla maggiore aspettativa di vita scatterà dal 2013 con tre mesi di incremento e poi con adeguamenti successivi. Non ci saranno più finestre, ma dal 2012 varrà il calcolo contributivo pro-rata (i versamenti futuri).

Diritti acquisiti e finestra. Per chi ha maturato il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2011 ma è ancora al lavoro per effetto della sua collocazione alla “finestra” , non cambia nulla. A parte, però, il calcolo della pensione stessa per la quale varrà, dalle anzianità contributive a partire dal 1° gennaio 2012, il sistema contributivo pro-rata.

40 anni di contributi non bastano più. Chi maturerà 40 anni di contributi nel 2012 troverà una brutta sorpresa. Per ottenere la pensione l’asticella del numero di anni di contribuzione è salita. Serviranno 42 anni e 1 mese di contributi per gli uomini a partire dall’1 gennaio 2012. 41 anni e un mese di contributi per le donne dall’1 gennaio 2012. Per uomini e donne ulteriore incremento di un mese sia nel 2013 che nel 2014. Chi va in pensione anticipata a un’età inferiore ai 62 anni ottiene una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62. La riduzione scatta sulla quota di pensione relativa alle anzianità maturate prima del primo gennaio 2012.

Scappatoia donne a 57 anni di età. Con 35 anni di contributi e 57 di età, le donne (58 se autonome) possono accedere alla pensione scegliendo il sistema contributivo. Il vantaggio è l’anticipo della pensione, lo svantaggio è il calcolo contributivo rispetto al più remunerativo sistema retributivo.

Mobilità e cassa integrazione. Che succede a chi è in cassa integrazione ordinaria e magari presto passerà a quella ordinaria? La manovra stabilisce che si continueranno ad applicare i criteri pre-riforma Monti, anche se maturano i requisiti dopo il 31 dicembre 2011 a patto che i lavoratori siano: a) in mobilità breve; b) in mobilità lunga. Per tutti gli altri la perdita del lavoro non garantisce il diritto alla pensione se non si raggiungono almeno i vecchi requisiti.

Riscatti: laurea e militare. Si era parlato di eliminare il riscatto degli anni della laurea e del servizio militare dal calcolo degli anni contributivi. La manovra non ne fa cenno: saranno quindi considerati utili sia ai fini della maturazione del diritto sia per la determinazione degli importi degli assegni previdenziali.

Sommare contributi versati ad enti diversi. Il comma 19 dell’articolo 24 prevede la possibilità di totalizzazione dei periodi assicurativi senza il limite attuale di tre anni presso ciascuna gestione previdenziale. Anche spezzoni lavorativi più brevi di tre anni contribuiranno al calcolo per maturare il diritto alla pensione. Rispetto alla misura degli importi ogni ente calcolerà i contributi versati: l’assegno, però, sarà unico.