Pensioni, Boeri: “Generazione ’80 rischia ritiro a 75 anni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2016 - 13:41 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, Boeri: "Generazione '80 rischia ritiro a 75 anni"

Pensioni, Boeri: “Generazione ’80 rischia ritiro a 75 anni” (foto Ansa)

ROMA – Pensioni, Boeri: “Generazione ’80 rischia ritiro a 75 anni”. L’Inps ha studiato la storia contributiva della “generazione 1980, una generazione indicativa” prendendo a riferimento un “universo di lavoratori dipendenti, ma anche artigiani” ed è emerso come per un lavoratore tipo ci sia “una discontinuità contributiva, legata probabilmente a episodi di disoccupazione, di circa due anni”.

Così il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel corso del suo intervento al ‘Graduation Day’ all’Università Cattolica. Per Boeri il buco contributivo pesa sul raggiungimento delle pensioni, che a seconda del prolungamento dell’interruzione può slittare “fino anche a 75 anni”. Con ciò, ha tenuto a sottolineare, “non voglio terrorizzare ma solo rendere consapevoli dell’importanza della continuità contributiva”.

L’Italia “entrerà appieno nel sistema contributo dal 2032, troppo tardi, meglio una riforma seria e definitiva invece che uno stillicidio di riforme che disorienta le persone”, ha aggiunto Boeri.

Part-time. Sul part-time in uscita per chi è vicino alla pensione, Boeri ha detto che si tratta di “una sperimentazione e come tale va studiata, non si può dare un giudizio prima”.  A chi gli chiede una valutazione sulla misura, ha spiegato che “ci sono dei limiti di stanziamento, quindi in ogni caso non potranno esserci più di 30 mila lavoratori nel giro di 3 anni”. E assicura: “valuteremo la misura con estrema attenzione”.

Buste arancioni. “Questa settimana partono le prime buste arancioni, saranno 150 mila e conterranno le informazioni di base” con la stima dell’estratto conto contributivo, e la previsione del rapporto tra contributi versati, pensione futura e possibile data di uscita”. Così il presidente dell’Inps, Tito Boeri, parlando a margine del ‘Graduation Day’ all’Università Cattolica. Per Boeri si tratta di una operazione “importante, perché in Italia c’è una bassa cultura previdenziale e una consapevolezza finanziaria ancora più bassa, soprattutto fra i giovani”.