Reddito cittadinanza, strage delle domande: 400 mila No, 170 mila forse

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 17 Agosto 2019 - 10:50 OLTRE 6 MESI FA
Reddito cittadinanza, strage delle domande: 400 mila No, 170 mila forse...il 30%

Reddito cittadinanza (foto d’archivo Ansa)

ROMA – Reddito Cittadinanza, strage delle domande già alla prima stazione, quella dell’Inps. Circa un milione e mezzo le domande presentate per avere il Reddito di cittadinanza, per l’esattezza 1.491.395. Persone o famiglie che in buona fede pensavano di aver diritto. E persone e famiglie che ci hanno più prosaicamente provato, senza star troppo a guardare se avevano diritto o no secondo legge ai 500 euro al mese di media cui concretamente corrisponde il Reddito di cittadinanza.

Cirac 400 mila sono stati i No dell’Inps, le domande respinte, un po’ più di una su quattro, in percentuale un 26 per cento abbondante. Non poco, anzi tanto. Un tanto cui va aggiunto il monte domande sospese (ancora non un Sì o un No) pari a circa 170 mila unità. Nell’ipotesi una metà delle domande sospese venga accolta e l’altra metà respinta, i No dell’Inps salirebbero a 480/490 mila su 1,5 milioni. Un terzo, una sulle tre delle domande respinto al primo controllo.

Già, perché quello dell’Inps è il primo e preventivo controllo il diritto secondo legge ad avere effettivamente il Reddito di Cittadinanza. L’Inps controlla sulla base di auto dichiarazione e sulla base dell’evidenza dei dati macroscopici. In altri termini Inps sa se chi chiede Reddito cittadinanza ha regolare lavoro e retribuzione o patrimonio che lo rende tutt’altro che indigente. In questi casi Inps dice No. E Inps dice No anche quando sia evidente da controlli incrociati con altre banche dati (Agenzie Entrate) una condizione socio economica del richiedente fuori dai parametri che la legge disegna per il sussidio in denaro pubblico.

A questo primo setaccio non è passata la bellezza di un terzo delle domande. Poi ci sarà, ci dovrebbe essere, il controllo successivo. Quello della verifica sia pure a campione della veridicità e permanenza delle condizioni per cui si è ottenuto il Reddito cittadinanza. Controllare non ci sia o non intervenga lavoro nero, controllare  non ci siano redditi da economia nascosta. Lavoro non facile e difficile prevedere quanti Redditi cittadinanza in essere potrebbero risultare irregolari e questi successivi controlli. Stima molto prudente: il 10 per cento.

Un terzo delle domande respinte più un 10 per cento degli assegni in essere ottenuti irregolarmente: fa circa quaranta per cento del monte totale Reddito Cittadinanza. Non il 70 per cento di richieste e assegni senza diritto e ragione che ha calcolato e sparato il leghista Garavaglia. Ma neanche la colossale fake denunciata da M5S. Col quaranta per cento di irregolarità e illegittimità si è circa a metà strada tra il catastrofismo leghista e il tutto va bene di M5S. Ma c’è ben poco da accontentarsi per tutti: il 40 per cento di fuori regola può cinicamente sembrare percentuale in fondo standard per l’Italia, niente di nuovo. Ma quel quasi usuale 40 per cento è la pietra al collo del Reddito di Cittadinanza che doveva, niente meno, sconfiggere la povertà e invece è usato come un altro dei tanti mezzi per spillare un po’ di denaro pubblico. Poco, maledetto e fuori regola.