ROMA – Regione Sicilia, dipendenti si fanno adottare. Una crisi esistenziale? Un vuoto dell’anima? No, un (diciamo così) investimento.
Un parente stretto con handicap vale tre giorni di non lavoro al mese. E fino ad ieri valeva anche un robusto sconto sugli anni di età necessari per andare in pensione. Quindi se mi faccio adottare da uno/a che è malato con handicap lavoro meno e vado in pensione prima.
Detto, fatto. Che vada così lo ha detto non un maligno de Le Iene o un nemico del popolo lavoratore annidato in qualche sede della malvagia Europa. Lo ha detto Nello Musumeci presidente della Regione Sicilia. Che abbiano in tanti fatto così lo dicono i numeri: su 13 mila dipendenti della Regione Sicilia usufruiscono della legge 104 in 2.350. Cioè più o meno il 18 per cento.
La legge 104, quella buona legge fatta per concedere tempo e giorni ai lavoratori per assistere i parenti con handicap. Buona legge diventata ottima occasione per fregare il prossimo e lavorare il meno possibile. Diciotto per cento con parenti con disabilità, dato fuori da ogni probabilità statistica, numero implausibile. Numero e percentuale che, non a caso, oltre che In Sicilia si riscontra solo nel Lazio. Nel resto d’Italia è dieci volte meno.
Ai 2.350 si 13 mila che alla Regione Sicilia lavorano meno grazie ai benefici della legge 104 vanno aggiunti i 2.600 dirigenti sindacali. Duemila seicento dirigenti sindacali per 13 mila dipendenti, uno ogni cinque. E che fanno, studiano tutti insieme la storia mondiale dei sindacati? Organizzano assemblee, anzi salottini di dibattito ogni giorno? Che faranno mai 2.600 dirigenti sindacali, uno ogni cinque dipendenti? Niente di particolarmente sindacale. Sono infatti sindacalisti soprattutto perché il sindacalista col timbro non lo puoi né distaccare né spostare. Quindi lavora dove, come e quanto gli pare. Se gli pare.
Sempre il presidente Musumeci ha graziosamente spiegato alla stampa che alla Regione Sicilia serve personale da assumere. Personale qualificato perché qualifiche e competenze scarseggiano tra i tredicimila già a suo tempo assunti (e comunque non li si può mandare a lavorare a 50 chilometri da casa). Musumeci ha detto alla stampa che nuove competenze urgono nell’interesse della Sicilia, servono lavoratori perché quelli che ci sono lavorano poco e comunque in molti non saprebbero neanche lavorare.
Quindi buona parte dei tredicimila sono stati a suo tempo assunti in Regione Sicilia per ragioni clientelari-assistenziali. Tredicimila stipendi pubblici (neanche piccoli) che servono più o meno a nulla se non al reddito a fine mese dei tredicimila. Una forma già antica, seppur limitata nel numero dei beneficiari, di reddito di cittadinanza.