Usa, gli afro-americani “mangiati” dalla crisi economica

Pubblicato il 9 Giugno 2010 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

Per 20 anni, Tyrone Banks è stato uno dei moltissimi afro-americani a Memphis con brillanti prospettive per il futuro. Padre single, lavorava sia per la FedEx (un colosso delle spedizioni americano) che come custode, si era costruito una splendida casa di mattoni, aveva un fondo pensione e una figlia all’università.

Poi è arrivata la crisi. Ha rifinanziato il proprio mutuo a un tasso molto più alto, poi ha perso uno dei suoi lavori. Ora rischia la bancarotta e il pignoramento.

Fino a poco tempo fa, scrive Michael Powell del New York Times, Memphis era una città del Sud in cui le conseguenze della segregazione razziale non pesavano più sulle condizioni di vita della classe media afro-americana. Ora, due decenni di lento progresso sono andati in fumo, a causa della disoccupazione e dei numerosissimi pignoramenti.

Lo stipendio medio di un lavoratore di colore si era alzato stabilmente, nel tempo, fino a cinque o sei anni fa. Ora è più basso di quanto non lo fosse nel 1990 e non supera la metà di quello di un lavoratore bianco, secondo quanto emerso da un’analisi del dipartimento di Sociologia del Queens College.

I quartieri della classe media afro-americana si sono svuotati e le case restano invendute. La disoccupazione tra la popolazione di colore è cresciuta dal 9 per cento del 2008 al 16,9 per cento di oggi, mentre è restata stabile al 5,3 per cento tra i lavoratori bianchi. Il numero dei pignoramenti in città supera di gran lunga la media nazionale.

Memphis può essere considerata l’allarmante esempio di come il divide economico più grave degli Stati Uniti, e cioè quello tra le famiglie bianche e quelle di colore, si sia drammaticamente aggravato a causa della crisi economica. Per ogni dollaro guadagnato da una famiglia bianca, una famiglia ispanica o di colore conquista solo 16 centesimi, secondo quanto emerso da un recente studio della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti.

Mentre il patrimonio medio di un americano bianco è calato del 34 per cento per effetto della crisi, assestandosi a dicembre 2009 sui 94.600 dollari, quello di un afro-americano si è ridotto del 77 per cento, raggiungendo un valore di appena 2.100 dollari.

La colpa, secondo l’amministrazione di Memphis, sarebbe soprattutto delle grandi banche nazionali, in particolare della Wells Fargo, che ha citato in giudizio. Negli ultimi due decenni, l’istituto avrebbe, infatti, selezionato le comunità afro-americane come target per la vendita di mutui sub-prime, i cui tassi di interesse sarebbero schizzati alle stelle in pochi anni.

Una tesi rafforzata dalle dichiarazioni giurate di alcuni ex impiegati della Wells Fargo, come Camille Thomas. «Quando il mercato dei sub-prime è diventato incandescente, la banca ha cominciato a farci pressioni perché concedessimo più prestiti, e a tassi d’interesse più alti, per case, auto e mobili – racconta la donna, afro-americana di 40 anni – Ci incentivavano con dei bonus e ci dicevano su che zone concentrarci. Erano tutti quartieri abitati da persone di colore e si giustificavano dicendo “Non sono molto saggi”».

Tra le loro mansioni, suggerite dai supervisori, anche quella di falsificare, aumentandolo, il reddito dichiarato da chi richiedeva il prestito, in modo da farglielo ottenere e incassare le commissioni. Pur sapendo che probabilmente non sarebbe stato in grado di ripagarlo. A quel punto, gli si sarebbe proposto un rifinanziamento, con la casa come garanzia.

Per anni il signor Banks era stato puntualissimo nel pagare il suo debito: era due mesi avanti con il pagamento delle rate del mutuo e pagava anche parte di quello di sua madre. Un giorno, due dipendenti della Wells Fargo gli suonarono alla porta e gli proposero di convertire i prestiti che la banca gli aveva concesso in un mutuo a basso costo.

Pensò che avrebbe risparmiato e accettò. Quello che gli uomini della banca non gli dissero, fu che il suo nuovo mutuo ipotecario era a tasso variabile. Lo scorso anno le rate erano passate da 1.200 dollari a 1.700. Poi si è rotto il tendine d’Achille e ha perso il suo lavoro alla FedEx. Oggi il pignoramento incombe sulla sua casa e su quelle della maggior parte dei suoi vicini, a Memphis.