Massimo Cacciari, Carlo Freccero e altri con loro e altri seguiranno. Da molti anni hanno un ruolo e un prestigio derivanti non solo dai loro studi e attività ma anche dalla loro parte in commedia nella vita pubblica italiana. Cacciari, Freccero e altri con loro hanno da anni la parte consolidata e benissimo interpretata di quelli che noi di sinistra ma che schifo di sinistra che c’è. Una versione molto aggiornata e all’origine molto colta del plebeo bastian contrario.
Comunque una parte in commedia apprezzata e applaudita, con continue richieste di replica in ogni teatro e palcoscenico. Solo che, con l’andar degli anni, che schifo la sinistra che c’è è diventato luogo comune, lo dicono tutti quelli di sinistra e non fa più impressione né desta più applauso. E allora come si fa a star sulla scena, a destar sensazione, a provare il brivido e il piacere di destar sensazione? Un bel problema.
Poi è arrivata la pandemia e da un anno e mezzo si è mangiata i talk show tuti o quasi ed ha annichilito la professione di deluso della sinistra, anzi annichilito il ruolo del bastian contrario progressista nella chiacchiera-dibattito-riflessione politica in politichese politologia.
Cacciari, Freccero…Mi si nota di più se parlo di vaccini o no?
Rimuginando il dilemma di Nanni Moretti (mi si nota di più se vado o non vado…) una certa tipologia di intellettuali deve aver finito per soffrire una sorta di crisi di astinenza. Astinenza dal ruolo e dalla funzione di pensatore senza scrupoli, tutto coraggio e insieme civismo. Già perché oggi l’anti sistema è il negazionista e il no vax e come si fa a somigliare anche da lontano a questo tipo di antagonismo? Non si può, non si deve. Però, ecco l’occasione: il Green Pass.
Dicendo no al Green Pass e sì al vaccino si può tornare protagonisti-antagonisti, si può tornare al caro, amato ruolo in commedia nella vita pubblica italiana. L’alternativa era riflettere (molti di lori ne avevano gli studi e la capacità) sul come pandemia mostrasse (senza determinarlo) il convergere e il sovrapporsi (storicamente non infrequente, anzi) dell’antagonismo alla Stato e alla res publica sia da parte della destra neo fascista sia da parte della sinistra vetero comunista, anzi per nulla neo l’una e vetero l’altra, entrambe invece innervate da un contemporaneo e moderno populismo anti liberale e anti democratico.
Forse troppa fatica, di certo difficile veicolo di consenso un copione in scena così irsuto e ispido di pensieri. Meglio, molto meglio il: sto col vaccino, non sto col Green Pass. Si torna in scena ragazzi e voilà, passata è l’astinenza.
Vaccino cambia Dna? La risposta é: magari!
In origine una delle idiozie para informate fu che i vaccini a Rna cambiavano il Dna delle persone. Un po’ quelli che lo predicavano come i cavalleggeri della barzelletta alla medie di molti decenni fa, quei cavalleggeri che ricevevano messaggio via telegrafo con una vocale sbagliata: il messaggio doveva essere scaglionatevi lungo il fiume ma l’errore di vocale faceva leggete sco al posto di sca. Con sanguinose e grottesche conseguenze.
La storia del vaccino che ti cambia il Dna a un certo punto si è vergognata di se stessa ed è mutata in chissà quali gli effetti tra anni e anni…Peccato perché ora sappiamo quale la risposta giusta e soprattutto appropriata a chi dovesse sostenere che vaccino cambia il Dna. Magari! Nel caso di alcune culture, abitudini e vizi, usi e costumi della commedia della vita pubblica nazionale, un Dna cambiato? Magari!