Fini, Calderoli e la destra italiana

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 24 Agosto 2009 - 13:18| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro Calderoli, quello che definì una sua legge una solenne porcata, si è lamentato perché il presidente Fini non direbbe mai una cosa di destra.

Negli ultimi tempi, infatti, il presidente della Camera, replicando alle provocazioni delle camice verdi, ha fatto sentire la sua voce per difendere l’Unità di Italia, per riaffermare il valore del tricolore, per contrastare la disgregazione del concetto stesso di patria. Può piacere o no, ma da che mondo è mondo questi sono valori che hanno sempre caratterizzato le destre nel mondo, compresa quella italiana.

Il presidente Fini, ed è singolare che tocchi a noi ricordarlo, quando riafferma questi concetti non è diventato “il compagno Fini”, ma più semplicemente si comporta come un serio garante delle istituzioni, pur restando, a pieno titolo, un uomo della destra nazionale.

Purtroppo per l’Italia, la destra che piace a Calderoli è ormai diventata un’altra cosa e non ha vergogna alcuna nell’approvare le leggi ad personam, nell’inchinarsi di fronte all’altare dei conflitti di interesse, e magari anche nell’usare la bandiera per “…pulirsi il c…”, come ebbe a dire con grande sensibilità linguistica e patriottica Umberto Bossi.

In questo contesto e con questa destra persino per Fini diventa difficile dire qualcosa di destra…