Conte il faccia tosta, Zingaretti il tremebondo, Di Maio il chi, io?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 13 Febbraio 2020 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA
Conte il faccia tosta, Zingaretti il tremebondo, Di Maio il chi, io? Salvini il pirata

Conte il faccia tosta, Zingaretti il tremebondo, Di Maio il chi, io? (nella foto Ansa, Zingaretti, Conte e Di Maio)

ROMA – Conte il faccia tosta: ce ne vuole di faccia tosta per dire io non c’era e se c’ero dormivo quando Salvini ministro degli Interni giocava al no sbarcaran. Durante quei giorni, settimane e mesi Giuseppe Conte era solo il capo del governo di cui Salvini faceva parte, come poteva sapere? Bastava accendesse la tv. Ha dello stupefacente la sola idea che Conte non  sapesse e on condividesse quel che faceva Salvini, fosse vero che lui nulla sapeva, poteva, c’entrava Conte andrebbe rimosso per manifesta e confessa incapacità ad intendere e volere. Ma nell’Italia contemporanea si può sentire, senza trasalire, un Conte premier che si racconta come circuito e tenuto all’oscuro da un Salvini ministro. Chissà allora chi era quel presidente del Consiglio che si presentò e mostrò alla stampa e tv con tanto di cartello orgoglioso e pubblicitario con sopra stampigliato: “Decreto sicurezza”. Per i decreti sicurezza made in Salvini Conte ha fatto anche l’uomo sandwich, però non era né responsabile né informato di quel che Salvini faceva…Ci vuole faccia tosta, tanta e tanto tosta.

Di Maio, la definizione delle Ong come “taxi del mare” è tutta sua. Di Maio allora faceva il vice premier, stesso grado di Salvini nello stesso governo. Vero che era impegnato ad abolire la povertà e a risolvere finalmente Ilva, Alitalia e a nazionalizzare banche cattive, però un’occhiatina nell’ufficio accanto, no? No, anche Di Maio alla eventuale domanda chi c’era nel governo che ogni giorno raccontava agli italiani e agli europei il con noi al comando non sbarcano più, oggi risponde con un chi, io? Porti chiusi, no sbarcaran: era la parola d’ordine ripetuta in ogni Tg e amplificata in ogni post e tweet. Ricorda Di Maio di essere stato d’accordo, più che d’accordo? Di Maio: chi, io? 

Zingaretti il tremebondo, tremebondo nel profondo della sua cultura e azione politica. Cultura politica tremebonda e pavida: da decenni il Pd letteralmente se la fa sotto quando gli viene chiesto di mettere insieme accoglienza per i migranti e sicurezza per chi in Italia già ci vive. Regolarmente viene terrorizzato dalle intimazioni ipocrite e irresponsabili degli sbarchiamo tutti e poi…e poi chi se ne frega. Una sola volta il Pd ha provato a non aver paura di se stesso, della realtà, della gente. Lo ha fatto con Minniti ministro degli Interni e quindi Minniti è stato condannato alla dannazione della memoria. Zingaretti il tremebondo dominato da una sola ansia: mettersi tutti al riparo da ogni responsabilità, tutti al riparo insieme in una grande capanna: Pd, Leu, M5S, Sardine, Greta…Tanto è uguale, no?

Ma stavolta Zingaretti il tremebondo rispetto all’altro grande, grandissimo spauracchio, totem e bau bau della sinistra. Avesse avuto il Pd nozione e coscienza della natura, funzione e ruolo della politica, un Pd che non se la fa sotto rispetto perfino a un Travaglio, avrebbe votato contro l’autorizzazione a procedere per Salvini. Un Pd consapevole di cosa sia la politica, un Pd con un leader avrebbe detto al paese: Salvini con i migranti tenuti bagnomaria sulle navi in esposizione elettorale perché gli elettori giocassero al no sbarcaran e si moltiplicassero gioiendo del negro non scende ha fatto cosa ignobile e politica infame. Punto. Ma non sono fatti e luoghi della Magistratura. Un Pd con un leader e con una coscienza e cultura dello Stato, sì dello Stato, si sarebbe alzato in Senato a condannare l’operato di Salvini ma tenendo la Magistratura fuori dalla vicenda

Ma come può un partito tremebondo da anni nei confronti della Magistratura anche solo pensare che esiste, dovrebbe per la salute pubblica esistere una autonomia della politica? Zingaretti il tremebondo e il disastroso: prima lo spettacolo indecoroso e più patetico che comico del mandiamo a processo Salvini, però dopo le elezioni, altrimenti gli facciamo un favore. Poi la tarantella sguaiata del mandiamolo a processo però noi non c’entriamo, è la Magistratura che lo chiede…il capogruppo Marcucci che spiega: “Vogliamo solo si accerti la verità”. La verità? In quale recesso culturale il Pd dei tremebondi ha pescato l’idea che la Magistratura sia la sede della verità? 

Questi che si dicono democratici mostrano di più nulla sapere della democrazia. La prescrizione, il limite a quanto e quando uno Stato può tenere un individuo sotto processo. La democrazia moderna è la libertà dell’individuo. Per ottenere libertà di parola, pensiero, impresa, movimento e per ottenere che nessuno possa essere processato o incarcerato senza garanzie e limiti i popoli e la storia di quel che si chiama civiltà occidentale hanno spodestato, impiccato, decapitato sovrani, condotto sanguinose rivoluzioni, scritto volumi di profonda e appassionata cultura della politica. Di nulla di tutto questo vi è la minima eco nell’idea tribale di giustizia che circola libera e bella in M5S, Pd, Leu e dintorni. Neanche un Liceo o forse solo un Liceo fatto male. O peggio un Liceo rinnegato in nome del democrazia è ciò che vuole la gente e io che posso farci? Ecco, questo è Zingaretti il tremebondo.

E allora Salvini l’eroe, la vittima, l’innocente? Tutt’altro: Salvini è stato il Capitano di un’azione di pirateria politica. Non difendeva i confini della patria minacciati da niente e nessuno, difendeva la sua vigna di voti, concimava il suo consenso con la mostra del no sbarcaran. Salvini usava quelli che non faceva sbarcare come insegne luminose, come spaventapasseri umani, come tributi umani di devozione e liturgia sovranista.

Il faccia tosta oltre ogni immaginazione. Il chi, io? Il tremebondo. E il pirata feroce, sì feroce. Ecco quel che passa il convento. Un convento fondato però non da loro ma dai cittadini, da noi. E non ci sarà tribunale che ci assolverà per averlo fatto.