ROMA – E se all’illustre giornalista, illustre e fiero del suo infaticabile eruttare non fuori ma dentro il coro, qualcuno facesse osservare, qualcuno gli obiettasse, per iscritto o a voce, su carta stampata o in tv, uno: scusi, ma non è che lei fa così perché ce l’ha piccolo?
Se qualcuno usasse lo stesso argomento e argomentare dell’illustre giornalista e della nota testata, se qualcuno applicasse anche al maschietto-maschione il principio, il metro e la misura per cui le sue opinioni e pensieri e azioni sono solo in funzione e funzione delle attività e prestazioni sessuali?
Già, perché scrivere e far pubblicare “prosperosa donna d’Emilia, brava in cucina e a letto, il massimo che in Emilia si chiede a una donna” equivale a scrivere e pubblicare che tanta macha diffidenza verso il ruolo pubblico di una donna, tanta certezza d’opinione che tutto dipenda da ciò che la donna fa a letto e/o in cucina, derivi, dipenda e promani dal fatto che il cantore di questa canzone ce l’ha corto e lo usa poco.
Stessa grazia, stessa gentilezza, medesimo rispetto dell’altro e fondatezza di argomenti se uno obiettasse così all’illustre giornalista e nota testata. Anzi, a voler esser pignoli, questa dei super maschi sempre che la sanno lunga della donna e della vita, questa dei maschi di vita che ne parlano in maniera inversamente proporzionale a quanta ne praticano, un discreto fondamento ce l’ha. In letteratura clinica e pure nella storia.
Non ce la state a menare con gli studi, l’impegno politico e quello sociale. Non ce la state a menare con il ruolo pubblico, le istituzioni, il partito e altre balle, quel che conta e da cui tutto viene e con cui tutto si misura è quanto e come una donna cucina e sa soddisfare a letto il maschio. E’ questo l’inclito messaggio dell’illustre giornalismo della nota testata.
Giornalista illustre, testata nota. Vecchia regola consiglia e vuole cane non morda cane, giornalista non morda giornalista. Ma ci sono casi come quello del “prosperosa e soda e brava in cucina e a letto” che fanno che uno si senta gatto, tanto gatto. Gatto che di fronte a questo tipo di cane per dovere, istinto, ragione e dignità non può che soffiare la sua diversità.