Pino Nicotri-Aldo Ferrara: libro su Renzi, Rutelli e sindaci “fuori dal Comune”

di Pino Nicotri
Pubblicato il 23 Aprile 2014 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA

FRANCESCO RUTELLI.

Francesco Rutelli, sindaco della Capitale, per due mandati consecutivi dopo la legge 81/93: dall’8 dicembre 1993 all’8 gennaio 2001, quando ha passato il testimone a Walter Veltroni. Fondatore, nel dicembre 1994 insieme al sindaco di Venezia Massimo Cacciari e a quello di Napoli Antonio Bassolino, del movimento trasversale “Cento Città’’, una sorta di partito dei sindaci che Giuliano Amato, al vetriolo, poi definì «Le Cento Padelle».
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Enfant doré della buona borghesia romana, il futuro due volte sindaco della capitale italiana, classe 1954, è figlio di un noto architetto e urbanista romano, Marcello Rutelli, nipote di Mario direttore delle Belle Arti dell’Urbe e pronipote di uno scultore palermitano abbastanza famoso, Mario. Autore a Roma della fontana delle Naiadi in piazza Esedra, del monumento ad Anita Garibaldi sul Gianicolo e della quadriga bronzea sita a Palermo in cima al teatro Politeama. Ma deluderà ben presto la famiglia per volersi dedicare alla politica più che alla professione di architetto.
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Salito al colle del Campidoglio, che peraltro – contrariamente a quel che si dice – è più alto di quello del Quirinale, cambia tono in tempo reale. Il Rutelli pannelliano anticlericale, come primissima mossa l’8 dicembre incontra Papa Wojtyla. Dichiara alla stampa: «Ammiro il Pontefice, è una figura formidabile, è un uomo che ha cambiato la storia». «Nulla ha arricchito il mio servizio di sindaco più degli incontri con il formidabile Papa Giovanni Paolo II. Non basterebbe un libro per raccontare le emozioni e le implicazioni di questi incontri”, scriverà Rutelli nel suo libro “Piazza delle libertà”.

E la città prosegue la sua inarrestabile deriva. Tra traffico, smog, incapacità di essere una vera Capitale Europea, manca un Amministratore capace che possa portarla fuori dal pantano. Ma il sindaco ha ben altro in mente. Anziché tuffarsi nei pesanti problemi della città che deve amministrare cerca di ingraziarsi a tempo di record anche i romani tifosi della Lazio declamando al Corriere dello Sport quanto segue a proposito dell’allenatore Dino Zoff: «Io non provoco mai, non è nel mio stile. Però devo rispondere ad un giudizio fresco dell’ arroganza del potere. Da una persona che occupa una simile carica sarebbe lecito attendersi maggiore responsabilità».
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Appena insediato, Rutelli pensa già a come raggiungere Palazzo Chigi. Fonda assieme ad altri sindaci il movimento Cento Città e lo tiene a battesimo il 15 ottobre ’94 nel suo Campidoglio, lui che è il più giovane sindaco d’Italia. Il Corriere della Sera del giorno dopo scrive:

«I primi cittadini di Roma, Napoli, Genova, Torino, Venezia, Catania, Bologna, Palermo, Piacenza, Belluno e decine d’altri centri lanciano un appello: cerchiamo candidati che possano vincere, creando così le basi per una reale possibilità di alternativa di governo. Essi dovranno essere individuati superando le logiche dei partiti, gli ideologismi. Attraverso elezioni primarie (lo suggerisce Enzo Bianco) o addirittura referendum (ne parla Bassolino), i candidati dovranno essere scelti in un’ampia area che va dalla sinistra alla liberal-democrazia, al riformismo, all’ambientalismo e al cattolicesimo democratico. Il sindaco di Belluno, Fistarol, ci mette dentro anche l’area leghista e il capitolino Rutelli replica:

“Dobbiamo attuare un’intercettazione positiva di un’area elettorale non schierata in modo pregiudiziale”».

Il 10 e 11 dicembre si tiene nella capitale una Convenzione democratica per dare formalmente il via a un’iniziativa che vuole superare l’interpartitismo del fallito Tavolo Progressista della scorsa primavera. Intanto, i sindaci che vogliono camminare su questa strada si organizzeranno a livello regionale, creeranno un Coordinamento dotato di “un fax e due linee telefoniche” per dare gambe a un’idea nata la scorsa estate. «Ormai abbiamo avviato i motori – ha detto Rutelli – ora bisogna togliere il freno a mano e partire».
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Nel 2006 la Corte di Cassazione (sentenza 1379 del 25.01.2006) respinge il ricorso di Rutelli contro la condanna della Corte dei Conti del 2002 a risarcire assieme ad altri il Comune di Roma per la faccenda delle consulenze d’oro. La motivazione risiede nel fatto che dal ’94 al ’96 l’ex sindaco e gli altri assessori «hanno conferito e/o rinnovato incarichi e consulenze professionali esterne in violazione di norme contenute nella legge n. 142 del 1990 e nel d.lgs. n. 29 del 1993, recepiti nello Statuto Comunale e nel Regolamento per l’Organizzazione degli Uffici e dei Servizi dell’Amministrazione Comunale».